«Questo è un liceo di alto prestigio, non è come le scuole di montagna, non siete figli di contadini. Non dovete parlare come i ragazzi di un professionale, ricordatevi che siete liceali». Affacciata da una scala antincendio, circondata dagli studenti, così parlò la preside del liceo scientifico Seguenza di Messina, Lilia Leonardi. Parole che hanno scatenato la reazione indignata di molti ragazzi, qualche eccesso sui social, e persino la tirata d’orecchie del sindaco Cateno De Luca che, da «figlio di contadini», ha chiesto alla dirigente di chiedere scusa. Il primo cittadino ha pubblicato sulla sua pagina Facebook il video in cui si vede una parte del discorso della Leonardi, sostenendo che gli sarebbero arrivate numerose segnalazioni da parte degli studenti.
«Ho parlato per due ore e mezzo davanti a 1500 studenti, che so che mi seguono e mi amano – si difende la preside a MeridioNews – lo dimostra il fatto che non hanno occupato la scuola dopo che gli ho spiegato le conseguenze che avrebbe portato questa decisione. Il video è stato artatamente cucito travisando quanto io volevo dire». Ma già nelle riprese si sente la disapprovazione di molti studenti di fronte alle parole della dirigente, in particolare quando tocca il tema economico e li invita a contribuire alle spese della scuola con 50 euro a settimana. «Che sono un caffè al giorno – dice Leonardi, come si sente nelle immagini pubblicate, tra lo stupore rumorso e le proteste di chi ascolta – Ora sono certissima che le vostre famiglie si possono permettere di pagare questi 50 euro perché questa è una scuola di alto prestigio».
«Si tratta di denaro che serve per risolvere le criticità presenti all’interno della scuola – sottolinea ancora Leonardi a MeridioNews – che non riceve più fondi dall’ex provincia. Manca il gasolio, i bagni si devono sistemare e credo che non ci sia nulla da recriminare nel chiedere alle famiglie di contribuire». Quindi la dirigente precisa che il suo intervento è partito da quanto detto da alcuni studenti che si trovavano a fianco a lei: «Hanno utilizzato male un congiuntivo, e cominciato una frase in terza persona proseguendo con la prima. Errori che ho sottolineato non possono fare studenti di un liceo scientifico». Da qui il discorso è passato alle ormai famose prove Invalsi che, secondo la preside, «classificano in modo negativo gli istituti professionali a differenza dei licei dove, materie come l’italiano, la matematica e l’inglese vengono curate di più. Parlo per la mia esperienza da dirigente scolastica di un istituto professionale – continua – ruolo che ho ricoperto fino a quattro anni fa all’istituto di via salita Sant’Agostino. Lungi da me voler offendere o classificare qualcuno».
Gli studenti, però, reclamano le scuse. «A nome di tutto il Seguenza posso dire che ci sentiamo offesi da una preside che al posto di unire ha diviso – spiega Giorgia Curtó, portavoce di tutti i rappresentanti d’istituto -. Ci siamo sentiti piccoli. Non esistono studenti di serie A e di serie B, nè tantomeno figli di contadini e figli di papà. Il Seguenza ha preso la sua posizione, siamo uniti e continueremo a farci sentire, ci aspettiamo delle scuse».
Richiesta, replicata anche dal sindaco De Luca, che la preside rimanda però al mittente: «Ho sempre amato e apprezzato i miei studenti del professionale, e non mi permetterei di fare classificazioni. Non ritengo per questo di dover chiedere scusa a nessuno perché, non ho voluto offendere nessuno».
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