Hanno 83, 58, 44 e 38 anni gli uomini indagati perché ritenuti gli autori di numerosi incendi boschivi nei dintorni di Avola, in provincia di Siracusa. L’inchiesta, denominata Hybla, è stata avviata in seguito al rogo che il 14 agosto 2020 distrusse una vasta area collinare sottoposta a vincolo naturalistico. Sono quattro gli episodi finiti al centro dell’attenzione di polizia e Corpo forestale. Tra questi anche quello che causò l’interdizione alla riserva di Cavagande e ai noti laghetti.
«A tutti banni fuoco resi (Ho dato fuoco ovunque, ndr)». Dice così, in una conversazione che è stata intercettata, uno degli indagati. «Quanto brucio solo i rovi della cava – continua, senza sapere che le sue conversazioni sono registrate – Perché sennò chi li deve bruciare? Una volta io tutta l’ho pulita».
Tra gli indagati, tre si occupano di pastorizia mentre il quarto è gestore di un parcheggio privato per i turisti che si recano nella riserva. Coinvolta anche una quinta persona: si tratta di un dipendente del Comune accusato di avere omesso di predisporre la delibera per l’aggiornamento del catasto incendi.
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