Quando la verità sugli Ato rifiuti in Sicilia?

da Salvatore Petrotto
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Oggi vogliamo cercare di capire come si muovono i componenti di una ben individuata lobby che utilizza i cosiddetti quarto e quinto potere per occultare scandali miliardari che riguardano acqua e rifiuti in Sicilia.

A margine di questa mia premessa potete leggere un colloquio che ho avuto su face book con Pasquale Amato, il capo dell’ufficio tecnico di Siculiana, quando il sindaco del paese dei noti boss di mafia e narcotrafficanti, Cuntrera e Caruana, Giuseppe Sinaguglia, assieme anche al suo comandante dei vigili urbani, denunciarono Giuseppe Catanzaro, attuale vicepresidente di Confindustria Sicilia.

Siamo nel 2007, quando con una proditoria denuncia il Catanzaro era prossimo a strappare, al Comune di Siculiana, la gestione di una delle più grandi discariche siciliane.

Quel sindaco non sapeva che, di lì a breve, l’avrebbe pagata cara la sua arrembante azione di protesta contro Catanzaro, azione che coinvolse quasi tutti i suoi colleghi sindaci agrigentini. Ma in questi casi si sa come agisce un regime: te ne punisco uno, in questo caso un sindaco, per educarne cento!

Il tentativo allora, siamo nel 2007, era quello di impedire che la gestione dei rifiuti passasse, attraverso quei carrozzoni clientelari denominati ATO (Ambiti Territoriali Ottimali), in mano a delle spregiudicate ditte private che, in barba a tutte le leggi, avrebbero fatto man bassa, sino ad oggi, nel giro di meno di 5 anni, di qualcosa come 3 miliardi di euro pagati da cittadini, aziende e Comuni, per dei servizi pessimi e tra i più cari d’Italia!

Qualche mese fa, come è noto, il tutto è stato rilevato anche dalla Corte dei Conti, con una dettagliata denuncia depositata presso la Procura contabile. E fu proprio quel sindaco di Siculiana a mettersi a capo di un movimento di protesta composto da tutti gli amministratori locali dell’Agrigentino, contro gli ATO rifiuti che, in Sicilia, come più volte ribadito, navigano a vista tra debiti, truffe ed illegalità varie.

Eppure le aziende beneficiarie di questa scellerata ed illegale gestione sono sotto la protezione di qualche professionista dell’antimafia e continuano a bruciare miliardi su miliardi di euro, pagati attraverso non solo bilanci dei Comuni, portati tutti quanti al fallimento, ma anche da aziende e famiglie, tutte quante buttate sul lastrico a colpi di cartelle esattoriali e pignoramenti!

Sappiamo come è finita nell’Agrigentino! Il Catanzaro ha calunniosamente denunciato il sindaco, dopo essere stato denunciato a sua volta, accusando Sinaguglia, il comandante dei vigili urbani ed il capo dell’ufficio tecnico di cui riporto il colloquio che segue, addirittura di ave favorito la mafia, allorquando lo hanno denunciato!

Un’accusa che ha provocato lo scioglimento di quel Comune per mafia ed il successivo commissariamento per due anni. Il tutto a seguito di un’accusa che è parsa insussistente ai giudici di primo grado, tanto da mandare assolti tutti e tre gli imputati, rei di avere pestato i piedi a Catanzaro Giuseppe ed alla sua lobby economico-politica!

Ni giorni scorsi avrebbe dovuto celebrarsi l’appello ma, come apprendiamo dalle testuali parole di uno degli imputati, l’allora capo ufficio tecnico Pasquale Amato “è stato rinviato al 12 giugno. Vedremo come andrà con questi lottatori dell’antimafia che gestiscono milioni di rifiuti (servizio pubblico), senza una gara e senza una tariffa e che poi vengono protetti dal guro dell’antimafia, uno dei soggetti più ipocriti che questa terra abbia potuto partorire, un tal Lumia… (Giuseppe Lumia, parlamentare nazionale del Pd ndr). E intanto come prima e più di prima i Catanzaro, sempre senza gare, fanno soldi a scapito dei cittadini siciliani e il caro Lumia, poverino, non si cura che la differenziata è marginale e a pagare le ricchezze dei Catanzaro sono le pensioni di vecchie vedove”.

A questo punto io sottolineo che: bisogna denunciarli al Csm, oltre che nelle piazze, queste cose terribili… Pasquale Amato, di rimando mi dice, con amarezza: “Mi riferiva una amica mia che su fb ha l’amicizia con tal Lumia che, per lo schifo che provo mai gliela avrei chiesta l’amicizia, e non oso neanche sbirciare, che sul suo profilo, da ieri sera, si sono scatenati tutti i guerrieri eroici dell’antimafia catanzariana che fa soldi come la stessa … nella medesima materia non sa fare. Totò con la nostra procedura al vaglio dei giudici non so se eticamente risulterebbe ammissibile una battaglia di piazza”.

Ma bisogna fare sapere tutto a tutti subito, per spiegare questa terribile vicenda di Catanzaro, Lumia ed anche di qualche mio compaesano (leggi Gigi Restivo, ex sindaco di Racalmuto, dirigente e consulente dell’assessore regionale alle Attività Produttive, Marco Venturim e sodale di Catanzaro).

Se puoi tu od altri, è necessario che nelle sedi opportune emerga prepotentemente la verità sui rifiuti e sull’acqua in Sicilia ed il ruolo di Lumia e Catanzaro…

“Di questo ne parlo un attimo con Peppe Sinaguglia e ti faccio sapere”.

E’ necessario fare pervenire subito queste notizie a chi di dovere…

“Contatto stasera stesso Peppe (Sinaguglia) e l’avv. Quattrocchi”.

Bisogna denunciare il tutto subito…

Prima che quelli che hanno affossato anche Racalmuto facciano trapelare altre distorte verità, come hanno fatto con me. Non hanno esitato a mettere assieme Catanzaro e lo scrittore Camilleri, che è stato indotto a scrivere una lettera di solidarietà a Catanzaro, letta a Racalmuto, dentro la Fondazione Leonardo Sciascia, quando è venuta il Ministro Cancellieri, in occasione dello scioglimento del Consiglio comunale per mafia…

Da Venturi e Lumia al senatore agrigentino, Benedetto Adragna, si passa anche attraverso Andrea Camillleri. E poi giù, silenzi ed omissioni su scandali miliardari che riguardano acqua e rifiuti!

La tecnica è quella poi di gambizzare, anche a livello mediatico, oltre che con calunniose denunce, tutti coloro che si oppongono a questo regime che sui servizi pubblici ha più che lucrato, palesemente rubato miliardi di euro, come si evince anche dalle numerose denunce presentate presso le Procure della Repubblica.

Ed ogni qual volta c’è il rischio che un’indagine vada avanti, al di là degli scioglimenti per mafia dei Comuni, c’è la corsa, da parte di Catanzaro e della sua lobby di pressione, nel tentare di catechizzare i vari interlocutori, per massacrare gli oppositori del regime affaristico che, sui rifiuti in Sicilia, ha costruito le sue fortune.

“Hai fatto un quadro perfetto”, risponde il malcapitato, tanto quanto me, Pasquale Amato.

Che queste cose le sappiamo noi due non basta. Rispondo io, bisogna farlo sapere a tutti, con discrezione, ma negli ambienti giusti. Io ho le prove degli incarichi di grande prestigio, soprattutto economico, conferiti dalla Regione Siciliana, in cambio di un’enorme e positiva visibilità mediatica, strumentalmente antimafiosa, accordata alla “banda di la munnizza” assieme a delle massacranti campagne contro chi denuncia il malaffare dei rifiuti!

E poi la combriccola spara notizie false e tendenziose che spesso diventano inchieste giudiziarie; si crea così il terreno di coltura, il contesto per sferrare i colpi micidiali…

“Si lo so Totò”, mi risponde Amato, “sono una macchina da guerra bene oleata”.

 

E’ arrivato il momento di reagire, concludo io, in quel di Palermo ed a Roma… Nel nostro caso un terribile cerchio che tenta di soffocare verità e giustizia in nome di sporchi affari miliardari.

Una certa cultura e certi personaggi, in Sicilia, vanno a braccetto con l’immondizia di Catanzaro, dentro ed attorno Confindustria Sicilia!

Andiamo avanti che è il momento giusto, facciamo trionfare la verità!

 

 

Redazione

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