Quando il cibo supera le rivalità, la storia di Fud «Palermo è aperta al nuovo, Catania è esuberante»

Per un catanese purosangue l’impresa più grande rimane farsi amare dai palermitani oppure di fare mangiare le panelle a Catania? C’è chi è riuscito a fare entrambe le cose. Si tratta dell’imprenditore Andrea Graziano, ideatore del format FUD Bottega Sicula, che da poco più di due anni è diventato, nella sede di piazza dell’Olivella, meta obbligata per chi vuole mangiare bene. 

«Ho avuto centinaia di richieste di franchising in questi anni, non ho mai ceduto perché il nostro è un concetto poco replicabile – spiega Graziano -, lavoriamo con piccoli produttori e non voglio in nessun modo snaturare il marchio. Ho deciso però di aprire a Palermo, perché mi sembrava una città cruciale per lo sviluppo del mio business. Nel 2016 quando siamo arrivati piazza Olivella era piena di abusivi e kebab di scarsa qualità. Adesso la piazza è completamente cambiata, abbiamo contribuito, credo, ad alzare il livello. Un’esperienza che già avevamo vissuto a Catania, quando abbiamo aperto via santa Filomena non era considerata una bella zona».

E in poco più di due anni Fud ha avuto un successo incredibile. Hamburger, pizza, tapas, cocktails e non solo: ecco come ribaltare la cucina siciliana e ripartire dalla materia prima, condita in salsa pop. Un inguaribile ottimista, Andrea Graziano, come solo chi investe le sue energie in un’idea di futuro sa essere e che ribalta la prospettiva un po’ desueta delle due città sorelle ma pur sempre rivali sull’isola: «Palermo alle volte è un po’ più statica ma molto aperta al nuovo, Catania in molti aspetti è più esuberante ma tanta gente si improvvisa, e alla lunga questo fa male al settore. Questa città ha tante potenzialità inespresse, ci vogliono persone che ci credono e con tanta voglia di fare. A criticare siamo tutti bravi, fare è diverso, ma se non fai non sbagli – continua l’imprenditore, sorseggiando il suo gin tonic preferito, tutte con botaniche del Mediterraneo (come ci tiene a precisare) -. La paura di sbagliare ci porta all’immobilità. Il 2018 sarà un anno di svolta per la nostra Sicilia e in particolar modo per Palermo. In giro per il mondo leggo un’attenzione davvero esagerata per la nostra isola e un interesse enorme per Palermo Capitale della cultura, anche noi faremo anche la nostra parte, con eventi dedicati al cibo e all’arte».

Una scelta di stile inconsueta e davvero fortunata quella intrapresa dall’imprenditore, che si è dimostrato uno sperimentatore vulcanico con un incredibile fiuto per gli affari: quando tutti dicono che quella su cui sta investendo è un’idea folle lui la insegue e fa goal, un’attitudine rara in Sicilia. «Fare l’imprenditore qui è un valore aggiunto – racconta – tutto è molto più difficile perché devi scontrarti con le difficoltà burocratiche e la diffidenza, perché quando fai qualcosa di nuovo tutti ti guardano come se fossi un extraterrestre, e devi fare i conti con il pessimismo e la negatività che spesso ci contraddistingue. Essere un imprenditore in Sicilia è certamente più difficile ma riuscire nei tuoi obiettivi è più gratificante, non dal punto di vista economico ma dal punto di vista umano perché non si fa altro che dire che tante cose qui non si possono fare invece noi siamo l’esempio che, anche se con molte difficoltà e tanti sacrifici, in questa terra si possono fare cose impensabili».

Tipo avere successo vendendo hamburger prima che esplodesse la moda dei panini gourmet, fare lavorare oltre 130 dipendenti tutti rigorosamente con contratto a tempo indeterminato, incrementare il fatturato di 60 produttori locali e sostenerli acquistando oltre il 90 percento della loro produzione. Un esperimento innovativo quello di FUD, che nasce dalla voglia di rendere democratica e contemporanea l’eccellenza degli ingredienti del territorio siciliano.

«Con FUD volevo ribaltare il concetto gastronomico dell’esclusività – continua l’imprenditore – ho deciso di creare un concept diretto e fruibile a tutti, dove l’alta qualità si potesse mangiare con le mani, dentro un hamburger. E’ stato subito un successo inaspettato». Graziano è un cuoco ma anche un businessman, un visionario ma anche uno spericolato self made man che si divide tra le due grandi città dell’isola, percorrendo chilometri e chilometri rigorosamente in bus e ha all’attivo due locali (a Catania e a Palermo), un cocktail & tapas restaurant, un ristorante gourmet (a Catania ) e tante vulcaniche idee e progetti di sviluppo.

«Cerco sempre di creare connessioni tra quello che faccio, le relazioni autentiche sono alla base della mia idea imprenditoriale – ride fumando un’altra sigaretta –. Portare un panino farcito con panelle e mortadella a Catania per festeggiare la nostra nuova apertura a Palermo era un gioco, adesso è uno dei nostri panini più venduti. I palermitani invece ci hanno voluto bene fin da subito. Palermo è una città che ha fame e ha tanta richiesta. Si dice sempre che in questa città la gente non spende invece i palermitani amano l’alta qualità, ma c’è una carenza d’offerta. Il cliente palermitano è esigente, ha voglia di sperimentare e di sentirsi parte di qualcosa, ha voglia di contemporaneità e novità».

Una bella ventata di ottimismo, quella di Fud Bottega Sicula, che fa ben sperare e respirare aria nuova nel panorama della ristorazione siciliana, che gode di una congiuntura particolarmente fortunata ma che in molti casi deve ancora imparare a fare squadra e rinnovare in modo virtuoso i propri modelli imprenditoriali.

Alice Sagona

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