Quando gli assistenti sociali tolgono i figli piccoli ai genitori

LE “IENE” HANNO ACCESO I RIFLETTORI SU UN CASO DI ALLONTANAMENTO DI MINORI DALLA FAMIGLIA. MOTIVO: LA CASA ERA TROPPO SPORCA

di Viviana Di Lorenzo

Lo scorso 5 marzo è andato in onda un servizio della trasmissione televisiva “Le iene”, che parlava di un caso avvenuto a Milano, di allontanamento di tre minori dalla loro casa e quindi dai loro genitori, per una mancanza di pulizia, all’interno dell’abitazione. L’allontanamento è stato effettuato dai Carabinieri su istanza del Tribunale per i minorenni, informati dagli assistenti sociali.

L’inviato, ha intervistato la coppia, che ha dichiarato di aver scoperto dell’allontanamento solo dopo essere tornati a casa e non aver trovato i loro figli. I bambini, uno di 13 anni e altri due, rispettivamente, di 21 e 6 mesi, che si trovavano con la babysitter, sono stati portati in comunità alloggio, perché i servizi sociali hanno riscontrato, come causa determinante, la mancata pulizia dell’abitazione. I Carabinieri hanno scattato alcune foto della casa, che sono state messe in onda.

Dalle foto si evince, effettivamente, che la casa, essendo molto grande (300 metri quadrati), era in disordine e non perfettamente pulita: ad esempio, in cucina vi erano piatti sporchi nel lavandino, nelle camere da letto i vestiti erano sparsi per terra e, in un bagno, c’erano escrementi del cane, che abitualmente veniva chiuso lì dentro.

La “iena”, che si è occupata del servizio in questione, ha intervistato il responsabile dei servizi sociali, dopo aver filmato di nascosto un colloquio avuto tra i genitori, accompagnati dal loro avvocato e gli assistenti sociali, che si sono occupati del caso. Questi ultimi hanno giustificato la loro relazione, consegnata al Tribunale per i minorenni, affermando che la trascuratezza della casa li ha portati a ritenere che ci fosse anche una forma di non curanza e di maltrattamento dei bambini, che ha fatto venir meno la certezza di una loro buona competenza genitoriale.

Nei casi in cui una famiglia venga segnalata ai servizi sociali, gli assistenti sociali devono effettuare dei colloqui con i genitori, i nonni, gli insegnanti e tutti coloro che frequentano i bambini, per avere un riscontro sulle informazioni ricevute. Inoltre, prima di portare dei minori in comunità alloggio, si deve verificare se i nonni o i parenti più prossimi possano ospitarli per il tempo necessario, affinché venga effettuato un recupero delle competenze genitoriali. Dal video risulta che questo non è stato fatto e che, forse, il caso non sia stato seguito e gestito come avrebbe dovuto essere gestito e come è sancito dal codice deontologico degli assistenti sociali.

Il codice afferma che il compito dell’assistente sociale è quello di “salvaguardare gli interessi ed i diritti degli utenti e deve adoperarsi per contrastare e segnalare all’autorità competente situazioni di violenza o sfruttamento nei confronti dei minori”. Insomma, i bambini sono i soggetti da proteggere e da allontanare da gravi casi di violenza, maltrattamento o sfruttamento. Per far ciò, l’assistente sociale deve fare un’analisi precisa e dettagliata della situazione reale in cui vive il bambino, effettuando colloqui con tutte le persone che interagiscono con lui e utilizzando i mezzi che ha a disposizione, come, ad esempio, le visite domiciliari.

Senza dubbio questo è un compito molto complesso e di grande responsabilità e per tale ragione non può essere ammissibile che si lavori con leggerezza e senza le dovute attenzioni. Bisognerebbe sempre tenere presente che occorre essere sicuri di ciò che si è appurato, perché inevitabilmente il lavoro dell’assistente sociale interferisce con la vita di una famiglia.

Oggi più che mai l’intervento dell’assistente sociale è importante e può essere considerato, dagli utenti, come un aiuto, un supporto; infatti, con il suo lavoro, può sostenere le famiglie nei momenti difficili, in quanto spesso esse vivono disagi che possono avere una conseguenza rilevante e una ricaduta concreta sull’educazione dei figli.

L’assistente sociale deve essere visto dagli utenti come un sostegno, in quanto certamente non “toglie solo i bambini”, come spesso si dice, ma lavora sempre per il benessere del minore, attivando, laddove sia possibile farlo, una fase di recupero per quei genitori che hanno dimostrato di riuscire a modificare in meglio il loro modo di crescere ed educare i figli.

Quando succedono casi in cui (forse) gli assistenti sociali non hanno agito seguendo il proprio codice deontologico, è molto grave, ma è giusto anche segnalare e mettere in evidenza che, nella maggior parte dei casi, essi fanno un ottimo lavoro e, a volte, salvano la vita di numerosi bambini, allontanandoli dalle famiglie d’origine solo nei casi di gravi maltrattamenti e abusi, dando la possibilità ai minori di crescere con una nuova e sana famiglia che li sappia amare e sappia prendersene cura.

 

Redazione

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