Qè, le reazioni dopo il sequestro ad Argenterio «Soddisfatti, ma ci devono ancora sei stipendi»

«Finalmente». Una parola semplice ma allo stesso tempo efficace. Un’espressione che la stragrande maggioranza degli ex lavoratori del call center  ha esclamato ieri mattina, non appena si è diffusa la notizia del sequestro preventivo dei beni, da parte delle fiamme gialle di Catania, a Patrizio Argenterio, l’ex amministratore bresciano della struttura di contrada Tre Fontane. Argenterio, a seguito dalle indagini condotte dai finanzieri, non avrebbe versato al fisco l‘Iva del 2014 e doveva dare quindi all’agenzia delle Entrate oltre un milione di euro. «C’è grande soddisfazione tra tutti noi, ma soprattutto un senso di rivalsa – ha spiegato Valentina Borzì ex dipendente – aspettavano con ansia l’intervento della magistratura. Purtroppo con la somma sequestrata si soddisfano soltanto le esigenze del fisco, mentre circa 600 lavoratori attendono sei mesi di stipendi».

A caldo, subito dopo aver appreso la notizia, Borzì aveva scritto sulla sua pagina Facebook un forte messaggio di speranza diretto ai compagni di lotta: «Questa battaglia l’abbiamo combattuta tutti insieme, dipendenti e collaboratori a progetto. Dal mancato pagamento degli stipendi, al licenziamento. Che la giustizia faccia il suo corso. – ha concluda – Una cosa è certa: noi non ci arrenderemo ma». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Giuseppe, collega di Valentina, che dichiara: «Mi verrebbe da dire che finalmente c’è un pò di giustizia. Un fatto davvero importante, ma rimane da affrontare la cruda realtà: centinaia di persone sono senza lavoro da mesi. Mi auguro solo che il nuovo progetto imprenditoriale si avvia il più presto possibile».

Sulla vicenda è intervenuto il sindaco Mauro Mangano che sempre sul noto social network è andato giù duro parlando di «falsi imprenditori». «Spero però che la giustizia si ricordi che il diritto dei lavoratori viene prima dell’obbligo di pagare le tasse, cioè che prima si usino i soldi sequestrati per pagare gli stipendi dei lavoratori e dopo le tasse evase». La Slc Cgil di Catania si dice soddisfatta. «La notizia ci riempie di gioia, non solo perché rivela l’impegno della magistratura e delle forze dell’ordine a favore della legalità – ha detto Davide Foti della segreteria generale Slc Cgil che ha seguito con gli ex rsu Valentina Borzì e Giovanni Arcidiacono la vicenda – ma soprattutto perché le lavoratrici ed i lavoratori avevano il diritto di ricevere giustizia».

«Da più di un anno, ed in tutte le sedi istituzionali, abbiamo denunciato più volte le irregolarità finanziarie e organizzative rispetto alla gestione dell’azienda, senza mai avere paura di portare avanti i principi di legalità e giustizia», ha concluso il sindacalista. Grande soddisfazione da parte di Antonio D’Amico, segretario generale della Fistel Cisl, che con Anna Orifici, ex rsu del call-center, ha dichiarato: «Era un intervento previsto, ma credo che tutto questo sia stato solo la punta di un iceberg. Per il futuro sono ottimista, si lavora per la nuova realtà  grazie all’impegno di Franz Di Bella che ha messo a disposizione la sua buona volontà. Siamo fiduciosi».

Salvatore Caruso

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