Le donne di Palermo dicono basta e tornano nuovamente a sanzionare un nuovo caso di pubblicità sessista in città. Questa volta è il turno della pubblicità proposta dalla Lublan, azienda napoletana produttrice olii lubrificanti per auto. Nei maxi-cartelloni disseminati in più punti della città, una donna in abbigliamento sexy e posa ammiccante è accostata, senza alcuna motivazione, alle confezioni contenenti il prodotto da sponsorizzare. Immediata la reazione delle donne dell’Assemblea contro la violenza sulle donne che, condannando il messaggio pubblicitario apponendo sul cartello una grande scritta “Basta”, mettono in atto una vera e propria azione dimostrativa contro la pubblicità sessista tornata a campeggiare nelle strade di Palermo.
«Riteniamo inammissibile la presenza negli spazi pubblicitari della nostra città di immagini che compiono un chiaro atto di violenza sulle donne sfruttando l’immagine femminile per finalità commerciali, utilizzando in maniera impropria il corpo femminile. La violenza sulle donne è il diretto prodotto di una società che per anni e ancora oggi, in nome di logiche di marketing e profitto, costruisce immaginari sessisti e schiavizzanti, che fanno del corpo delle donne mero oggetto di consumo. L’utilizzo di un seno o di un viso di donna per convincere l’acquirente è solo uno degli innumerevoli modi in cui il mondo del marketing abusa dell’immagine del corpo femminile per destare maggiore interesse nella propria offerta; è un fenomeno diffuso su cui è necessario un serrato e continuo monitoraggio perché tende a normalizzare la violenza di genere che si esprime in tutte le sue varianti» afferma Claudia Borgia dell’Assemblea contro la violenza maschile sulle donne.
L’iniziativa è diretta espressione di una presa di coscienza collettiva delle donne di Palermo, da anni impegnate in un percorso di lotta e di sensibilizzazione all’interno di scuole ed università palermitane, nelle strade e nelle piazze della città.
«Sabato 24 novembre, con un corteo che partirà alle 16.30 da piazza Verdi, affermeremo ancora una volta a gran voce che non ci fermeremo finché non saremo libere dalla violenza di genere in tutte le sue forme e in tutti i suoi luoghi. Rifiutiamo espressamente la logica dilagante secondo la quale risulta legittimo che la libertà di qualcuno si possa conquistare solo al prezzo dell’oppressione di qualcun altro e crediamo fermamente nel necessario protagonismo delle donne che senza se e senza ma prendono posizione contro un sistema fortemente intriso di logiche patriarcali e maschiliste» conclude Claudia Borgia.
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