Quasi seicentomila siciliani vivono in territori sprovvisti di piani generali di protezione civile. Il dato arriva dalla Regione e fotografa la situazione in una terra dove, come specifica lo stesso dipartimento, «la totalità del Comuni ha una parte o l’intero territorio interessato da rischi». I principali sono quelli sismico, idrogeologico e vulanico, ma non bisogna dimenticare anche quelli legati alla presenza di insediamenti industriali e di amianto. Quest’ultimo tema risulta uno di quelli più trascurati, con appena 89 Comuni su 390 a essersi dotati di un piano specifico.
La provincia messa meglio risulta quella di Ragusa, mentre Palermo e Siracusa sono le due con le percentuali di Comuni più indietro nella pianificazione. Il dipartimento regionale ha diviso gli enti locali in tre categorie, ognuna delle quali comprensiva di due fasce. Nella prima si trovano quelli con un piano generale di Protezione civile approvato nel rispetto delle prescrizioni contenute nella legge 100/2012, che ha riformato il settore, mentre la seconda raggruppa chi deve ancora adeguarlo. L’ultima categoria raccoglie quei Comuni dove la previsione dei rischi e la pianificazione delle azioni da intraprendere in caso di calamità o incidenti è ancora pressoché assente.
La situazione più rosea emerge dai 12 Comuni ragusani, tutti inseriti nella prima categoria. Con l’unica differenza che metà lo hanno approvato nell’ultimo triennio, mentre i restanti dovrebbero aggiornarlo ulteriormente. Nel Catanese la situazione vede metà dei Comuni – 29 su 58 – nella prima categoria e l’altra metà in seconda, con il capoluogo che ha approvato il piano generale nel 2013 ed è privo di quello relativo all’amianto. In provincia di Palermo, il quadro complessivo vede 35 Comuni nella prima categoria, 17 nella seconda e 37 nella terza. Quest’ultimo gruppo è quello più popoloso anche nel Siracusano (dieci su 21).
Passando alle altre province: Agrigento ne ha 18 in prima categoria, 12 in seconda e 12 nell’ultima. La città dei templi è in seconda, mentre è sconfortante il dato generale sull’amianto: solo tre Comuni su 42 hanno un piano specifico. Nel Trapanese, la maggior parte degli enti locali ha una pianificazione adeguata -19 su 24 – mentre sono soltanto due quelli quasi completamente carenti di pianificazione. Situazione quasi equamente divisa tra le tre categorie in provincia di Enna, dove il capoluogo è quello che ha fatto di più. Nel Messinese sono 50 i Comuni con una pianificazione di prima categoria, mentre 24 sono quelli con maggiori lacune. Completa la panoramica la provincia di Caltanissetta, dove sette Comuni sono stati inseriti in prima categoria, altrettanti in seconda e otto in terza.
L’elenco dei Comuni con una pianificazione inadeguata:
Agrigento: Aragona, Burgio, Calamonaci, Camastra, Cattolica Eraclea, Cianciana, Grotte, Menfi, Montevago, Naro, Porto Empedocle, Raffadali, Realmonte
Caltanissetta: Bompensiere, Butera, Delia, Mazzarino, Milena, Montedoro, Sommatino, Villalba
Enna: Agira, Aidone, Assoro, Nissoria, Regalbuto, Sperlinga
Messina: Acquedolci, Antillo, Casalvecchio Siculo, Castel di Lucio, Cesarò, Fondachelli Fantina, Francavilla di Sicilia, Frazzanò, Furnari, Graniti, Librizzi, Malvagna, Mazzarrà Sant’Andrea, Merì, Motta Camastra, Motta d’Affermo, Oliveri, Reitano, Roccella Valdemone, Rodì Milici, San Salvatore di Fitalia, Sant’Angelo di Brolo, Santo Stefano di Camastra, Scaletta Zanclea
Palermo: Alia, Altofonte, Bagheria, Belmonte Mezzagno, Blufi, Bolognetta, Campobello di Fitalia, Castelbuono, Casteldaccia, Castronovo di Sicilia, Cefalà Diana, Cerda, Chiusa Sclafani, Ciminna, Cinisi, Contessa Entellina, Corleone, Giuliana, Gratteri, Isnello, Isola delle Femmine, Palazzo Adriano, Petralia Soprana, Roccamena, Roccapalumba, San Cipirello, San Giuseppe Jato, San Mauro Castelverde, Santa Cristina Gela, Santa Flavia, Scillato, Terrasini, Torretta, Trappeto, Valledolmo, Ventimiglia di Sicilia, Vicari
Siracusa: Augusta, Buscemi, Cassaro, Floridia, Francofonte, Lentini, Noto, Pachino, Rosolini, Sortino
Trapani: Poggioreale, Salaparuta
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