«Si è presentato un camion della Quartarone trasporti questa mattina all’istituto d’Arte, ma è andato via intorno alle nove, probabilmente a seguito delle nostre richieste di documentazione sui nuovi locali». E’ iniziata con un piccolo giallo la giornata in viale Vittorio Veneto a Catania: la ditta che doveva effettuare i primi imballi per poi eseguire lo sgombero dei locali del liceo artistico M. Lazzaro e portare i materiali nella nuova sede di Nesima entro fine ottobre è andata via dopo un’ora. Una vittoria secondo i genitori degli alunni del liceo, anche oggi presenti davanti la sede della scuola, per protestare contro il trasferimento in una struttura che, denunciano, è ancora un cantiere. E priva degli spazi per i laboratori. «Proprio ieri con un documento a firma del dirigente scolastico Giuseppe Sciuto, l’istituto chiedeva formalmente alla Provincia vari certificati sull’usabilità dei locali e soprattutto il Duvri, il documento di valutazione dei rischi di interferenza» spiega Mario Rocca, genitore di un alunno e docente nel liceo ex istituto statale d’Arte. Ma Francesco Schillirò, ragioniere generale della Provincia di Catania, presente questa mattina in viale Vittorio Veneto, è di tutt’altro parere. «Non so dire di preciso perché la ditta sia andata via, ma certamente i lavori inizieranno lunedì. La documentazione non c’entra: è tutto in regola e disponibile a chiunque voglia esaminarla» dichiara il dirigente provinciale.
Nessuna occupazione del liceo Lazzaro, minacciata dai genitori, ma una sospensione temporanea dei lavori. Mentre è già prevista per martedì 4 settembre una ulteriore riunione tra i dirigenti scolastici e la Provincia sulle modalità del trasferimento di documenti e attrezzature presso l’assessorato all’Istruzione. Le preoccupazioni sul futuro del liceo però continuano all’esterno, dove una cinquantina di persone si è riunita in protesta. «Vogliamo una scuola, non un cantiere» scrivono gli alunni su dei cartelli, mentre tra i genitori c’è chi preannuncia: «Anche l’istituto Olivetti (scuola che occupava la sede ora destinata all’istituto d’Arte ndr) protesterà con noi: i nuovi locali all’Enrico Fermi a loro destinati sono degli scantinati con il tetto alto due metri».
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«Rischio di perdere un anno, di non poter fare i laboratori come si deve, di non poter concludere al meglio il mio percorso per problemi strutturali». Giovanni Lizzio è uno studente dell’ultimo anno del corso in Architettura e ben sintentizza quella che è la protesta sua, dei compagni di studi e dei genitori. «Non abbiamo nessuna preclusione alla stabilizzazione in un’altra sede, ma un cantiere non è compatibile con le lezioni in corso» ribadiscono le mamme. Che hanno paura per l’incolumità e la salute dei propri figli: potrebbero «trovarsi in mezzo ai lavori o respirare le polveri»,spiegano, ma soprattutto non vogliono che l’attività pratica – al centro della formazione dell’ex istituto d’Arte – venga meno a causa dei lavori non ancora iniziati.
«Il paradosso è che lo sgombero del collegio dei Gesuiti fu motivato dall’incompatibilità dei lavori in corso con la presenza degli alunni all’interno delle strutture» tuona Fiorella Spataro, insegnante del liceo Lazzaro. «L’incertezza dei tempi ha già portato un calo delle iscrizioni: siamo a meno di 600 alunni, pochi anni fa erano oltre mille. Abbiamo dovuto rifiutare moltissime iscrizioni. E tra pochi giorni inizierà la scuola» spiega Spataro. Le attività scolastiche riprenderanno il 10 settembre, ma già giorno 4 all’interno della sede di viale Vittorio Veneto verranno svolti gli esami di idoneità per l’accesso di studenti di anni successivi al primo provenienti da altri istituti. Esami da svolgere «nell’incertezza totale», secondo quanto dichiara la professoressa Spataro. La dirigenza scolastica preferisce non commentare. «Il dirigente è fuori sede e non sono autorizzata a parlare del trasloco», spiega la professoressa Vera Coco, vicepreside del liceo M. Lazzaro. Secondo quanto riferito dai genitori, l’attuale preside Giuseppe Sciuto potrebbe essere sostituito proprio in questi giorni. «Il preside si trova a Palermo per definire proprio alcuni aspetti legati al suo incarico, ma sono questioni che si affrontano ad ogni inizio di anno scolastico» ribadisce la sua vice.
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