Pronto soccorso, via ad assunzioni ma l’estate fa paura Ai concorsi meno candidature dei posti messi a bando

La sete di medici negli ospedali è tale che in Molise hanno richiamato quelli militari, in Veneto i pensionati e in Toscana i neolaureati. In Sicilia la situazione più grave riguarda i pronto soccorso, dove l’arrivo dell’estate e il diritto alle ferie dei camici bianchi rischiano di scatenare l’emergenza, soprattutto nelle strutture sanitarie periferiche. A cominciare da Caltanissetta, il territorio dove la carenza è più forte. All’ospedale Sant’Elia è già certo che nel mese di agosto la sala operatoria sarà operativa solo per le emergenze. «Gli interventi programmati slitterano, non abbiamo personale sufficiente», spiega Raffaele Elia, direttore medico della struttura sanitaria. 

In tutta l’Asp di Caltanissetta servirebbero 26 medici di pronto soccorso. In quella di Siracusa 21, a Enna e Ragusa rispettivamente 18, all‘Asp di Trapani 15. Non va meglio a Palermo: 12 medici servirebbero all’azienda sanitaria provinciale, 13 a Villa sofia, due al Civico. Qualcosa si muove negli ospedali di Catania: recentemente sono stati assunti 10 medici di pronto soccorso al Garibaldi e 12 dall’Asp (tre destinati ad Acireale; tre a Biancavilla; due a Caltagirone; quattro a Paternò). Proprio l’Asp etnea aveva, però, bandito un concorso per 49 posti, solo 36 candidati sono risultati idonei e di questi appena un terzo, dodici appunto, ha deciso di firmare il contratto. Gli altri? Probabilmente si saranno sistemati in altre aziende ospedaliere più attrattive. Già, perché in questo momento un medico con le competenze adatte per la Medicina e la Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza ha un potere contrattuale molto alto: le richieste sono tante e le professionalità disponibili pochissime, frutto di una dissennata politica del numero chiuso dei corsi di laurea in Medicina e della specializzazione.

Per sopperire all’emergenza, nell’ultimo anno l’assessorato regionale alla Sanità guidato da Ruggero Razza ha disposto la pubblicazione di due concorsi di bacino: uno per la Sicilia orientale con ente capofila l’azienda Cannizzaro, e uno per la Sicilia occidentale con ente capofila l’Asp di Palermo. A queste due amministrazioni sono confluiti i fabbisogni delle aziende degli altri territori e sulla base di questi dati sono stati emanati i bandi. Prima quelli di mobilità: si è data cioè la possibilità ai medici già contrattualizzati in altre regioni d’Italia (o in altre province della Sicilia) di spostarsi. Ma l’operazione non si è rivelata sufficiente. Il bando di mobilità per la Sicilia orientale metteva a disposizione 48 posti, le domande sono state 23 e alla fine solo in 13 hanno accettato perché, saturate le tasselle mancanti negli ospedali più grandi di Catania, molti hanno detto no all’incarico nelle province più periferiche. Le assunzioni di questi 13 dovrebbero scattare nelle prossime settimane, ma c’è ancora il rischio di qualche defezione. Per completare l’iter, infatti, c’è bisogno del nulla osta delle aziende sanitarie di provenienza. Negato per alcuni di loro. Dall’altra parte dell’Isola, il bando di mobilità metteva a disposizione 80 posti, ma gli idonei sono stati appena 29. 

A Catania e Palermo si è quindi passati alla seconda fase, il concorso pubblico. Per le province orientali i posti a bando erano 70 (a quelli residuali non assegnati con la mobilità se ne sono infatti aggiunti altri, frutto di una nuova ricognizione dei fabbisogni). Le graduatorie sono state pubblicate nei giorni scorsi e i vincitori sono solo 55. E già la direzione generale, su input dell’assessorato, si prepara per un nuovo bando. Tempi più lenti per la Sicilia occidentale a causa di alcuni problemi all’atto di comporre la commissione di valutazione: è stata svolta la prima prova del concorso, ma si sa già che neanche in questo caso si riusciranno a soddisfare le necessità, perché a presentarsi sono stati appena 46. 

«È già molto complicato così – spiega Rosario Di Lorenzo, direttore sanitario dell’ospedale di Noto – e per garantire le ferie sarà peggio. La soluzione potrebbe essere chiudere i reparti per trasferire personale al pronto soccorso». Discorso simile all’ospedale di Caltanissetta. «C’è una carenza abissale – afferma il direttore Raffaele Elia – a luglio metteremo una pezza con le prestazioni aggiuntive per fare sala operatoria (medici già in servizio che verranno pagati 70 euro lordi l’ora per gli straordinari, ndr). Ad agosto faremo solo le emergenze». Secondo il sindacato dei medici Anaao Assomed, «il tutto viene rallentato dalla mancata nomina dei direttori sanitari e amministrativi. Così di fatto la rete ospedaliera, su cui il governo in teoria ha fatto un buon lavoro, non è ancora partita».

Salvo Catalano

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