Pretendeva una visita immediata, non per sé ma per una donna che accompagnava. Al diniego opposto da una dottoressa in servizio al pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele di Catania, l’avrebbe aggredita verbalmente e poi avrebbe preso un’asta metallica da un carrello e l’avrebbe brandita contro la dipendente. Il fatto è avvenuto ieri pomeriggio nel presidio sanitario di via Plebiscito: la medica non è stata raggiunta da alcun colpo, mentre la 21enne è stata identificata e denunciata.
Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine, ieri tre donne si sono presentate al Vittorio Emanuele: una di queste sarebbe stata ferita durante una precedente aggressione. La 21enne sarebbe andata dalla medica in servizio e avrebbe preteso che l’altra giovane venisse immediatamente controllata. La professionista, però, l’avrebbe invitata a registrarsi al triage, affinché le venisse assegnato un codice di priorità (verde, giallo, o rosso). Fatto che avrebbe innervosito l’aggressora, spingendola prima a gridare e poi a prendere la spranga dalla barella.
A intervenire per bloccare la donna sarebbe stato un agente di polizia in servizio al pronto soccorso, che avrebbe identificato la giovane e avrebbe proceduto a formalizzare la denuncia. In base a quanto riferito dalla questura, nel corso del trambusto la ragazza ferita era già stata ricevuta nell’ambulatorio medico e visitata. Alla dottoressa è stato diagnosticato uno stato d’ansia e le sono stati dati tre giorni di prognosi, mentre il sindacato Annao Assomed ha ottenuto per lunedì 23, alle 15, un incontro con il direttore generale facente funzioni dell’azienda sanitaria, Giampiero Bonaccorsi.
«Purtroppo non sono casi rari e isolati, sta diventando ormai una pericolosa costante che non ha e non può avere spiegazioni in qualsiasi modo accettabili – dichiara la ministra della Salute, la catanese Giulia Grillo, a proposito delle aggressioni negli ospedali – Questo grave fenomeno mi aveva i già convinta della necessità di un intervento legislativo. Presenterò presto un decreto legge, che stiamo valutando col ministero della Giustizia, che va nella direzione di un inasprimento delle pene per le violenze commesse nei confronti del personale sanitario».
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