Progetto Ma.Re. Comun.E, mamme in rete a Brancaccio «Dare ossigeno al territorio contro la povertà educativa»

Combattere la povertà educativa attraverso un sostegno concreto alle famiglie. Ma.Re. Comun.E -Mamme in Rete per una Comunità in Evoluzione è un progetto socio educativo rivolto ai bambini da 0 a 6 anni residenti nei quartieri Brancaccio e Settecannoli. Nasce da un’idea dell’Associazione di Volontariato Anirbas ed è realizzato in collaborazione con altri otto partner (Associazione Aif, Associazione Culturale Arthesia, Centrale Valutativa S.R.L, Centro di Volontariato Cammino D’amore, D.D.S Cavallari, Don Giuseppe Puglisi, Eurosofia, Il Tesoro Ritrovato) tra istituzioni, enti ed associazioni del terzo settore operanti sul territorio. Lo scopo è quello di creare un sistema integrato, pubblico e privato, per la gestione dei servizi a favore dei bambini che risiedono in un’area geografica a rischio.

«Cerchiamo di dare un po’ di ossigeno al territorio di Brancaccio – dice Sabrina Ciulla, fondatrice di Anirbas – questo progetto è collegato alla Scuola dell’infanzia Francesco Saverio Cavallari e alcune delle mamme che verranno coinvolte lavoreranno ad esempio al centro per le famiglie e i bambini: dopo un periodo di formazione avranno accesso a quaranta borse lavoro di circa mille euro ciascuna. Mille euro non sono tanti, ma è già qualcosa. Il progetto dura tre anni e se le cose vanno come ci auguriamo potrebbe essere rinnovato». Il ruolo delle mamme all’interno del progetto è fondamentale perché accompagnano i bambini nel percorso educativo insieme agli operatori. 

Un altro servizio che verrà erogato è la children card «che abbiamo creato noi  – aggiunge Ciulla – con un numero progressivo e che verranno date a famiglie con determinate caratteristiche di reddito. Potranno spenderlo nelle sanitarie per comprare pannolini, ciucci e tutto quello di cui avranno bisogno». Il progetto è finanziato da Impresa sociale con i bambini, un ramo della Fondazione per il Sud nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. «Hanno sposato questo progetto  – precisa la fondatrice di Anirbas -, siamo stati cinque in Sicilia a vincere questo bando su 1600 progetti presentati. Ci lavoriamo da due anni. Abbiamo chi si occupa di disabilità, di formazione professionale, insomma nessun ambito è lasciato al caso».

Diana Rato insegna inglese alla Cavallari da 11 anni: «L’istituto si trova tra i quartieri Brancaccio e Sperone dove la situazione è spesso difficile. Molte famiglie sono disagiate e isolate e danno a volte poco valore e poca importanza alla scuola. Agganciare queste famiglie è difficile, è come se creassero degli ostacoli a questo rapporto con la scuola, a volte ci troviamo in difficoltà. In quest’ottica il progetto dell’associazione Anirbas permetterà un’apertura per lavorare insieme per l’educazione di questi ragazzini». Il Comune di Palermo è partner del progetto. «Uno dei 12 progetti promossi per il contrasto alla povertà educativa – afferma l’assessore alla Cittadinanza Solidale Giuseppe Mattina -. Intendiamo così rafforzare reti territoriali per stare accanto alle famiglie e che diventino risorse concrete per chi abita nel territorio. Senza una rete non si verifica un reale cambiamento».

L’Associazione di Volontariato Anirbas ed i partner del progetto opereranno con modalità working in progress per strutturare il progetto e le sue articolazioni agli effettivi bisogni delle 198 famiglie dei bambini iscritti alla scuola dell’infanzia. Il progetto si articola attraverso lo svolgimento di diverse attività scolastiche ed extra-scolastiche; d’iniziative socio educative, di aggregazione ludiche e ricreative; di laboratori e visite attraverso il prolungamento dell’orario scolastico, l’istituzione del servizio mensa, scuola e campi estivi, e servizi di accompagnamento a casa dei bambini. Nell’ambito del progetto viene istituito, oltre al centro per famiglie e per bambini anche un centro d’ascolto, uno sportello rosa, uno spazio puericultura e un centro mediazione familiare.

Stefania Brusca

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