Un’applicazione per cellulari e tablet permetterà a studiosi e curiosi di seguire gli spostamenti delle cicogne bianche che nidificano in Sicilia. «Nel 1992 sono arrivate le prime due coppie – spiega a MeridioNews Giuseppe Rannisi, responsabile della Lipu di Catania -. Tra la zona industriale etnea e la piana di Gela adesso sono settanta», numero che vale il primato tra le regioni italiane. Sette giovani esemplari del calatino, che come tanti hanno il nido sulla sommità dei tralicci della media tensione elettrica, sono stati dotati di un dispositivo satellitare che comunicherà i loro movimenti attorno al mondo.
«È il primo studio in Italia – dice l’esperto – e servirà a comprendere quante cicogne torneranno nel luogo in cui sono nate». Possibilità che ne spiegherebbe l’incremento della popolazione di base in Sicilia negli ultimi 23 anni. Il progetto, come pure l’applicazione, si chiama Animal Track – Stork Sicily 2015. Segue le cicogne di tutta l’Europa, oltre a quelle che si trovano in Asia e Africa, dove sono solite migrare alla fine dell’estate. «Rivelerà i posti esatti dove vanno a svernare questi uccelli e le tappe del loro viaggio di andata e ritorno. Informazioni – conclude Rannisi – che ci consentiranno di proteggerli da rischi come il bracconaggio», frequente in Libano e sull’isola di Cipro.
A realizzare la ricerca, che ha ricevuto l’autorizzazione dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e della Regione siciliana, è stata l’università tedesca di Costanza anche grazie alla collaborazione delle università di Catania e Pisa. «Durerà due anni – afferma Rosario Grasso, ornitologo dell’ateneo catanese – e i dati che ricaveremo saranno di fondamentale importanza per rendere meglio anche le interazioni di gruppo delle cicogne». Nella pianificazione del lavoro necessaria per lo sviluppo dello studio in terra siciliana, l’università etnea «ha messo a disposizione le ricerche fatte finora oltre alla conoscenza del territorio e della colonia di cicogne gelesi», continua il docente. L’ateneo tedesco ha invece fornito supporto tecnico ed economico. Ogni apparato, dotato di trasmettitore satellitare e di un piccolo pannello solare, ha un costo di circa 1800 euro.
A dare supporto logistico ai ricercatori tedeschi giunti a Gela è stata la Lipu di Niscemi (Lega italiana protezione uccelli). «Il nostro compito – spiega Manuel Zafarana, il responsabile locale – è stato verificare il rispetto di tutti i protocolli per garantire il benessere degli animali». L’operazione ha avuto inizio un mese fa: «È servita un’ora per isolare ogni traliccio dalla corrente e l’intera giornata per completare il lavoro». I sette volatili «sono stati prelevati con una gru, messi a terra, equipaggiati del dispositivo satellitare e riposizionati nei nidi». Tempi contenuti, secondo Zafarana «per evitare lo stress, visto che non sono abituati alla presenza dell’uomo». Ognuna delle sette cicogne non sarà solo un numero dentro un monitor. «Erano già state adottate da alcuni bambini che hanno dato un nome a ognuna di loro». Si chiamano Graziano, Nicolò, Lele, Marta, Giove, Oduel ed Elpis, che in greco significa speranza.
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