Tutto è nato da un tweet ed è finito con una sospensione per 15 giorni dall’insegnamento di Rosa Maria Dell’Aria, docente al Vittorio Emanuele III. Oggi davanti alla Prefettura e all’istituto tecnico industriale si sono tenuti due sit-in a sostegno dell’insegnante e per il rispetto dell’articolo 21 della Costituzione. La giornata si è annunciata tesa dalla mattinata, da quando il M5s, ha attaccato l’alleato di governo proprio su questa vicenda, mentre Pietro Grasso ha pubblicato su Facebook il video incriminato realizzato dagli studenti.
Dopo essersi espresso in modo negativo sull’accaduto, il ministro dell’Interno Matteo Salvini è tornato a parlare oggi sul caso dell’insegnante sospesa per le slide elaborate dai suoi studenti nelle quali si accostava il decreto sicurezza a una pagina di giornale che titolava sulle leggi razziali. «Giovedì prossimo sarò a Palermo a testimoniare la lotta alla mafia e per onorare la memoria del giudice Falcone e dei caduti della strage di Capaci. Sono sicuro, e ne sarei felice, che ci sarà anche modo di incontrare la professoressa Rosa Maria Dell’Aria, che mi auguro possa tornare quanto prima al suo lavoro a scuola, e gli studenti di quella scuola per spiegare cosa sto facendo per la sicurezza del mio Paese e la distanza abissale tra le mie idee e progetti e le leggi razziali del periodo fascista».
Invito subito raccolto dalla professoressa Dell’Aria: «Non ho alcuna remora ad incontrare il ministro Salvini, se può essere un’occasione di dialogo e di confronto che ben venga. Certamente sono disposta ad ascoltarlo assieme ai miei studenti». E sulla vicenda si esprime anche Alessandro Turi, rappresentante di istituto del Vittorio Emanuele III: «Penso che il provvedimento nei confronti della professoressa non sia stato corretto e che Salvini dopo un poco di tempo abbia capito l’errore commesso. Un errore anche dettato dal fatto che ha dato retta a ciò che è stato pubblicato in un messaggio su Twitter. Magari ha capito che non è stata un’ottima idea, non è stata una buona fonte sulla quale basarsi. Comunque staremo a vedere, nel senso che vedremo come si evolverà la situazione. Ora vuole spiegarci cosa sta facendo? Con tutto il rispetto può farlo liberamente ma da quel che è successo finora, non penso che sia così distante la scelta dei ragazzi da quello che è accaduto in questi ultimi mesi. L’unica cosa che è stata rimproverata alla prof è stata quella di non ammonire i suoi studenti davanti a una semplice ricerca. La professoressa non ha mai fatto politica a scuola, ma noi studenti possiamo tranquillamente esprimere il nostro pensiero, politico o anche non politico, in maniera libera, come recita l’articolo 21 della costituzione».
Vedremo ora, appunto, come si evolverà la vicenda della professoressa, ora che anche i suoi legali hanno presentato un ricorso al giudice del lavoro contro il provvedimento «a tutela dei suoi diritti costituzionalmente garantiti». Intanto il ministero prova a smarcarsi: «È stata una scelta autonoma dell’ufficio scolastico provinciale di Palermo. Se non vedo le carte non posso giudicare», ha detto il ministro Marco Bussetti. E alla Zanzara su Radio24 il provveditore di Palermo Marco Anello ha affermato: «Se mi sono pentito di aver sospeso la professoressa? Ho agito secondo coscienza, sono convinto di aver agito secondo giustizia. Non ho altro da aggiungere».
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