Come Smetto quando voglio. C’è un po’ del film con Edoardo Leo nella vicenda che vede una banda dedita alla produzione e vendita di capsule dimagranti a base di efedrina a 75 euro a confezione. È stato richiesto il rinvio a giudizio nei confronti di 13 persone, originari delle province di Caltanissetta, Agrigento e Catania, e operanti per lo più sul territorio gelese. È la conclusione delle indagini connesse all’operazione Ghost Drug-Lab, eseguite dalla guardia
di finanza di Gela tra il 2016 e il 2020.
L’operazione ha permesso di ricostruire l’esistenza di una vera e propria filiera di
produzione e distribuzione di capsule dimagranti e medicinali illegali, anche attraverso la
determinante collaborazione di due medici dietologi gelesi, i quali, secondo l’ipotesi
sostenuta dalla procura, prescrivevano ai propri pazienti l’assunzione delle capsule nelle
terapie a scopo dimagrante.
Ogni confezione prodotta dagli indagati avrebbe contenuto 180 capsule a base di efedrina (noto precursore
utilizzato per la produzione di sostanze stupefacenti), di cui il paziente per
dimagrire, ne assumeva circa cinque al giorno. L’approvvigionamento delle sostanze chimiche necessarie, tra le quali anche il Sildenafil (farmaco per la cura delle disfunzioni erettili) e il Fenadol (farmaco antinfiammatorio e
antireumatico), nonché diverse tipologie di amminoacidi, avveniva a opera di un
farmacista che si sarebbe rifornito in due distributori (a Palermo e in Provincia di
Prato) ed era impegnato, al contempo, anche nella pubblicizzazione e
commercializzazione sotto banco del prodotto sul territorio.
La raffinazione delle sostanze avveniva a opera di un secondo farmacista gelese non
iscritto all’Albo, all’interno di un laboratorio occulto dove, a seguito di perquisizione, sono
state rinvenute attrezzature e materiali per la preparazione e la sintesi delle
sostanze farmacologiche per uso dimagrante, antinfiammatorio, antidolorifico,
anabolizzante e per la cura delle disfunzioni erettili. L’immissione in commercio dei preparati avveniva, secondo gli accertamenti investigativi,
anche attraverso un bar-tabacchi gelese, nella diretta disponibilità del farmacista non
iscritto all’Albo e anche attraverso una rete di consegna diretta presso le abitazioni degli
acquirenti/assuntori.
In altri casi, la commercializzazione avveniva tramite spedizione con
corriere espresso, dietro pagamento del relativo corrispettivo attraverso la ricarica di una
carta postepay.
Le indagini, inoltre, hanno consentito di
quantificare il profitto illecito in 579mila euro. Basti pensare che una confezione contenente 180 capsule a base di efedrina veniva
venduta al prezzo di 75 euro.
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