Ancora in attesa di essere occupata la poltrona di procuratore capo a Catania. In attesa dell’atto ufficiale di insediamento di Francesco Curcio, nominato a luglio, prosegue l’iter del ricorso presentato da due contendenti: i procuratori aggiunti di Catania Francesco Puleio – intanto nominato capo a Ragusa – e Sebastiano Ardita. Era prevista per oggi l’udienza sulla richiesta di sospensiva cautelare contro la nomina, avanzata dal Tar del Lazio, a cui i due ricorrenti hanno però scelto di rinunciare. La prossima udienza del Tribunale amministrativo regionale si terrà tra febbraio e marzo 2025, quando il presidente della prima sezione ha assicurato che la questione verrà trattata in tempi brevi. In quell’occasione sarà trattato anche il ricorso presentato da un altro procuratore aggiunto etneo, Ignazio Fonzo.
La questione comincia lo scorso 17 luglio, quando il Plenum del Csm delibera la nomina a nuovo capo della procura di Catania di Francesco Curcio, che al momento ricopre lo stesso ruolo a Potenza. Subito dopo partono i ricorsi, che contestano i requisiti della stessa candidatura di Curcio: nello specifico, la necessità di aver ricoperto un ruolo direttivo per almeno quattro anni. Tempistica che, nel caso del procuratore capo nominato, sarebbe soggetta a interpretazioni. La nomina di Curcio a Potenza, infatti, è stata annullata nel 2019 dai giudici amministrativi, sempre dopo il ricorso di una collega. E poi riconfermata solo a novembre del 2023, dopo aver sanato i vizi che avevano portato alla decadenza. Per i procuratori aggiunti di Catania, quindi, è da quel secondo momento che scatterebbero i tempi – troppo brevi – per la candidatura. Mentre per il Csm andrebbe considerata la prima nomina.
Una votazione, quella di luglio, già in bilico e al centro delle cronache anche per altri motivi. E cioè l’assenza della consigliera Rosanna Natoli, originaria di Paternò, al centro di una denuncia che ne ha poi portato alla sospensione. Il mancato voto di Natoli – che sarebbe andato a Puleio – si è rivelato decisivo, chiudendo l’elezione con 13 preferenze per il magistrato di Potenza e 12 per il procuratore etneo che, in caso di parità, avrebbe avuto la precedenza. Nell’attesa della decisione del Tar, intanto, si aspettava anche l’atto ufficiale dal ministero della Giustizia che avrebbe permesso a Curcio di insediarsi a Catania. Un ritardo su cui lo stesso procuratore ha chiesto chiarimenti, con una lettera al presidente della quinta commissione del Consiglio superiore della magistratura e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in qualità di presidente del Csm. La prossima data utile per la pubblicazione dell’atto – ed eventualmente il trasferimento a Catania – è il 15 novembre. Ma, durante la mattinata, è arrivato l’anticipato possesso dell’incarico: fissando per lunedì 11 il possibile insediamento.
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