L’ex professore dell’università di Catania Elio Rossitto – accusato di tentata violenza sessuale e tentata concussione, al centro di uno scandalo che nell’ottobre 2009 ha scosso la comunità accademica – ha richiesto il patteggiamento per una pena di due anni e sei mesi. L’istanza è stata presentata nel corso dell’udienza del processo a suo carico, celebrata oggi dal gup Giuliana Sammartino. Una riflessione di poco più di due ore e poi la decisione di accogliere la richiesta dell’ex docente dell’ex facoltà di Scienze politiche e ideologo del Movimento per l’autonomia, denunciato da cinque giovani studentesse.
Già nel febbraio dell’anno scorso la difesa di Rossitto aveva chiesto il patteggiamento, una soluzione rifiutata dall’accusa sostenuta dai sostituti procuratori Marisa Scavo e Lina Trovato. Poi l’accoglimento di un’eccezione su una mancata notifica degli atti giudiziari e la vicenda è tornata ai blocchi di partenza. L’ex professore si era dimesso poco tempo dopo la messa in onda di un servizio della trasmissione di Italia 1 Le iene nel quale – con una telecamera nascosta da una studentessa complice degli autori, Dominque Sanò, anche lei parte offesa nel procedimento – vennero filmate le sue avances alla ragazza in cambio di un buon voto nella sua materia.
Dopo il diniego di un anno fa, oggi la Procura non ha fatto opposizione alla nuova richiesta di patteggiamento. «Ci hanno messo con le spalle al muro». Non nasconde l’amarezza Milena Occhipinti, legale di Sanò. «È stata una scelta della quale abbiamo dovuto prendere atto», prosegue. Sul fronte del risarcimento, in sede di patteggiamento i difensori di Elio Rossitto hanno presentato una proposta alle cinque ragazze. Due di loro avrebbero accettato, le altre avrebbero rifiutato e stanno valutando l’ipotesi di ricorrere in sede civile.
La seduta si è aperta con l’opposizione della difesa di Rossitto alla costituzione come parte civile del centro antiviolenza catanese Thamaia, già accettata nella fase iniziale del processo poi annullato. Una richiesta non inusuale, che però il gup Sammartino ha rigettato.
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