«Stiamo parlando del niente e del nulla e si va avanti così, col niente e col nulla». Sembra un tono rassegnato quello di Pino Maniaci, a processo con l’accusa di tentata estorsione e diffamazione. I suoi legali, gli avvocati Bartolomeo Parrino e Antonio Ingroia, hanno deciso, alla fine, di esprimersi positivamente rispetto alla richiesta avanzata durante la scorsa udienza dalla pm Amelia Luise. La magistrata, infatti, a sorpresa aveva chiesto di aggiungere agli atti delle nuove intercettazioni che, a una prima rapida supervisione della difesa, sembravano puntare sulla natura del rapporto personale tra Maniaci e la presunta amante e sull’episodio dell’uccisione dei suoi cani. Ma su nessun capo d’imputazione a lui contestato. Motivo, questo, che in prima istanza aveva portato i legali a chiedere tempo per poter valutare l’eventualità di opporsi al deposito di questo nuovo materiale.
Ma, ulteriore decisione a sorpresa, ecco arrivare da parte loro un parere positivo. «Abbiamo deciso di fare transitare tutte le intercettazioni proposte dall’accusa, anche quelle di natura privata, per far rendere conto al giudice che è un processo di niente, dove si depositano atti senza alcuna rilevanza penale – commenta infatti il cronista di Telejato -. Senza contare che tra pochi mesi, per via della nuova legge sulle intercettazioni, questo tipo di materiale non potrà neppure più essere usato». La scelta di oggi, quindi, farebbe parte di una precisa strategia difensiva, che si basa sullo stesso assunto adottato sin dallo scoppio del caso: dimostrare davanti ai giudici che le accuse mosse a Maniaci sono, secondo loro, basate su un «morboso gossip», con lo scopo di demolire l’immagine pubblica del giornalista.
La prossima udienza si svolgerà i primi di febbraio: si procederà con la nomina del perito che dovrà trascrivere le conversazioni e gli sms depositati oggi, ma si comincerà anche a sentire i primi testi dell’accusa, quelli relativi alla denuncia per diffamazione, fatta dall’ex presidente del consiglio comunale di Borgetto Elisabetta Liparoto, accusata da Maniaci di essere andata, insieme a tutta la delegazione, di aver viaggiato negli Stati Uniti per incontrare alcuni mafiosi; in seconda battuta invece si proseguirà con quelli che riferiranno in merito all’accusa di tentata estorsione.
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