A quasi due anni di distanza, è stato ascoltato di nuovo e a lungo il testimone chiave del processo per il duplice omicidio e il tentato omicidio dei ladri di arance alla Piana di Catania. Gregorio Signorelli è l’unico a essere sopravvissuto la notte tra il 9 e il 10 febbraio del 2020 in contrada Xirumi quando a perdere la vita erano stati Massimo Casella e il figlio 18enne della sua compagna, Agatino Saraniti. Accusati di averli uccisi a colpi di arma da fuoco sono il custode del fondo agricolo Giuseppe Sallemi e il pensionato Luciano Giammellaro. Nell’aula della corte d’Assise del tribunale di Siracusa, l’incidente probatorio era già stato fatto a luglio del 2020 ma, alla luce di quanto emerso dalle intercettazioni, è stato necessario un nuovo esame di Signorelli.
«In sostanza – ricostruisce a MeridioNews l’avvocata Paola Lopresti che lo assiste – ha confermato quanto aveva già dichiarato rispondendo a tutte le domande che gli sono state poste. In particolare, la difesa ha battuto sul fatto che quella mattina il mio assistito era già stato in quella zona. Ma i fatti non sono collegabili perché non era andato in quello stesso terreno e non era nemmeno insieme alle due vittime. Inoltre, fin da subito – continua la legale – Signorelli ha chiarito che quelli erano posti che frequentava per andare a raccogliere le arance».
Intanto, sono stati acquisiti i tabulati telefonici del testimone e anche della moglie, che è stata la persona a cui il sopravvissuto ha telefonato per chiedere aiuto quella sera. Rifiutate invece entrambe le richieste che erano arrivate dai legali della difesa: ovvero di risentire il fratello di Casella, Mario – che è già stato ascoltato in aula a giugno del 2021 – e di fare una nuova perizia per dimostrare che l’anziano Giammellaro non avrebbe potuto rincorrere il giovane Sariniti per ucciderlo. «Io non cammino, non ci sento bene e non mi sento bene», erano state le uniche parole pronunciate dal pensionato che aveva deciso di non sottoporsi all’esame, al contrario dell’altro imputato.
Durante la prossima udienza, che è già stata fissata per il 4 maggio, ci sarà la requisitoria del pubblico ministero Andrea Palmieri che ha chiesto che in aula ci sia anche un monitor per poter mostrare la vasta scena del crimine. Immagini che potranno essere utili a ricostruire tragitti, distanze, tempistiche e movimenti da collegare con la ricostruzione di quanto avvenuto quella sera tra le campagne a cavallo tra la provincia etnea e quella aretusea.
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