Continuano le udienze preliminari del procedimento penale a carico dell’ex assessore al Bilancio del Comune di Catania Giuseppe Girlando, nato dalla denuncia dell’ex amministratore delegato dell’azienda della pubblica illuminazione Simei Gianluca Chirieleison. Realtà ormai fallita e in forte crisi economica durante i fatti al centro dell’inchiesta, nonostante fosse creditrice di circa quattro milioni di euro da parte dell’ente. Durante la mattina, il Comune, tramite l’avvocato Marco Petino, ha chiesto la sua esclusione come responsabile civile ma la giudice Simona Ragazzi ha rigettato la richiesta. L’ente sarà quindi chiamato a rispondere insieme all’imputato in caso di condanna. «Ci hanno provato ma la magistrata ha ritenuto che non ci fossero i presupposti – ha spiegato a MeridioNes Gianluca Costantino, difensore di Chirieleison – Il pubblico ministero ha insistito inoltre sulla richiesta di rinvio a giudizio, alla quale ci siamo associati anche noi, mentre la difesa ha chiesto il non luogo a procedere».
L’allora esponente della giunta guidata da Enzo Bianco, dimessosi qualche mese prima che la notizia del suo coinvolgimento divenisse pubblica, è accusato di tentata concussione perché avrebbe abusato della sua posizione per convincere Chirieleison a intercedere nei confronti del consigliere d’opposizione Manlio Messina «affinché lo stesso non ostacolasse l’approvazione da parte del Consiglio comunale della delibera di giunta cosiddetta Sostare». Alla base della vicenda, c’è la definizione di una transazione per il risarcimento di un debito maturato dal Comune di circa quattro milioni di euro. Soldi necessari alla sopravvivenza della Simei, e che avrebbero tardato ad arrivare. «Ho denunciato pubblicamente questa vicenda perché Girlando mi ha chiesto di fermare la mia opposizione contro la delibera Sostare– dichiarava a MeridioNews il componente del senato cittadino Manlio Messina – Avevo seguito personalmente il caso Simei, ho perorato la loro causa in consiglio».
Secondo la magistratura la Simei avrebbe subito «un danno patrimoniale di rilevante gravità consistito nell’ammontare della transazione suddetta non stipulata, pari ad euro 3.989.633,39 euro». L’avvocato Girlando, contattato da MeridioNews dopo la pubblicazione della notizia a gennaio scorso, ha rimandato un suo intervento sulla vicenda limitandosi a dirsi «profondamente amareggiato» per la notizia.
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