Si è tornati nell’aula della Corte d’Assise del tribunale di Siracusa dove si sta svolgendo il processo di primo grado a carico dell’ex guardia giurata Christian Leonardi, accusato di essere il responsabile dell’omicidio della moglie Eligia Ardita e di Giulia, la figlia che portava in grembo, avvenuto la sera del 19 gennaio del 2015. A essere ascoltata è stata Luisa Ardita, la sorella di Eligia e al centro della testimonianza una conversazione da lei registrata il 2 febbraio del 2015.
Una conversazione, avvenuta sotto casa della famiglia Ardita, durante la quale Luisa chiedeva spiegazioni a Christian Leonardi e a suo fratello Pierpaolo sul motivo della loro assenza durante la tumulazione di Eligia e Giulia, avvenuta quello stesso giorno. «Le giustificazioni dei due fratelli, in quell’occasione, – riferisce l’avvocato Francesco Villardita a MeridioNews – riguardavano una serie di operazioni bancarie da effettuare». L’ex guardia giurata, presente in aula durante la testimonianza, è rimasta impassibile per tutto il tempo.
«Io ho registrato quella conversazione – spiega Luisa Ardita – solo per poter capire la verità e perché, già pochi giorni dopo la morte di mia sorella, avevo dei forti sospetti su Christian, troppe cose non mi quadravano. Ho addirittura pensato di doverlo fare anche per tutelarmi». Una testimonianza durata circa due ore, in cui Luisa ha ripercorso il giorno della tumulazione della sorella e della piccola nipotina. «Non è normale che mentre noi eravamo avvinghiati a quelle bare, lui ha dato priorità a operazioni finanziare da fare in banca. Per noi è stata una gravissima mancanza di rispetto, l’ennesimo gesto di cattivo gusto da parte sua».
È stato poi ascoltato anche uno dei vigili del fuoco che ha portato giù per le scale del condominio di via Calatabiano il corpo di Eligia. «Ha escluso – afferma il legale – che Eligia abbia potuto sbattere la testa durante le operazioni di soccorso». Si tornerà in aula mercoledì 7 febbraio e verrà ascoltato di nuovo il medico legale Pietrantonio Ricci. Importante sarà poi l’udienza già fissata per il prossimo mercoledì 21 febbraio, durante la quale verrà ascoltato anche l’imputato. «Io continuo a sperare, nonostante tutto, che Christian si passi una mano in quel che rimane della sua coscienza e dica la verità su come si sono svolti i fatti quella sera».
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