Processo all’ex governatore Lombardo, nuovo rinvio A gennaio termina requisitoria e nuove dichiarazioni

L’assenza di un giudice a latere rimanda al 2021 il processo a carico dell’ex presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo, imputato per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio aggravato davanti alla corte presieduta dalla giudice Rosa Anna Castagnola. Per oggi erano attese le dichiarazioni spontanee dell’ex governatore e la richiesta dell’accusa, rappresentata in aula dalle procuratrici Sabrina Gambino e Agata Santonocito. L’udienza precedente, l’1 dicembre, era durata una manciata di minuti, giusto il tempo di fissare il rinvio a oggi dopo la dichiarazione di adesione all’astensione da parte degli avvocati di Lombardo: i legali Vincenzo Maiello e Maria Licata.

Nel corso della requisitoria l’accusa ha passato in rassegna le vicende interne alla famiglia catanese di Cosa nostra e i rapporti con il mondo della politica, specie quello che faceva riferimento al Movimento per le autonomie. Tra il 2000 e il 2008 ad assumere la reggenza furono nell’ordine Alfio Mirabile, poi vittima di un attentato nel 2004, Angelo Santapaola, ucciso nel 2007 per volere di Vincenzo Santapaola – figlio di Nitto – e Vincenzo Aiello, quest’ultimo specializzato nei rapporti con il mondo imprenditoriale. Una fase turbolenta con lo scontro delle due anime contrapposte di Cosa nostra, da un lato i Santapaola e dall’altro gli Ercolano. In mezzo gli affari d’oro per i centri commerciali Etnapolis, Porte di Catania e Centro Sicilia.

Lombardo, presidente della Regione dal 2008 al 2012, si è dimesso da governatore dopo l’inchiesta Iblis della procura di Catania. La stessa che ha portato a processo il fratello Angelo, ex parlamentare con un passato da deputato regionale, e gli ex parlamentari regionali di Udc e Grande Sud Fausto Fagone e Giovanni Cristaudo. Nel processo di primo grado, celebrato davanti la giudice monocratica Marina Razza con le modalità del rito abbreviato condizionato, Lombardoè stato condannato a 6 anni e 8 mesi. Il 31 marzo 2017 il verdetto viene ribaltato in secondo grado con l’assoluzione per concorso esterno e la condanna a due anni soltanto per il voto di scambio. Si arriva quindi in Cassazione con i giudici ermellini che dispongono, a ottobre 2019, l’annullamento con rinvio. Inizia così per l’ex presidente un nuovo processo d’appello. 

Dario De Luca

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