Principe Umberto, chiuso dopo tentata occupazione Docente: «Niente avvisi, sono rimasta fuori anch’io»

Le porte del liceo sono chiuse, ma non è un giorno di festa. Lo dimostrano le circa 400 persone, tra corpo docente e popolazione studentesca, che si ritrovano stamattina all’interno del cortile del liceo Principe Umberto. Non possono entrare nell’edificio e nessuno li ha avvertiti. «Siamo sorpresi, per noi è un normale giorno di scuola», dice uno studente. Ieri pomeriggio si è svolto l’Open day, giornata di orientamento per i ragazzi delle scuole medie, ma «di sera circa una settantina di persone hanno provato a occupare la scuola», racconta una studentessa. Davanti all’opposizione della dirigente e delle forze dell’ordine il tentativo è fallito. La chiusura dell’istituto, il giorno dopo, «forse è basata sul timore di un nuovo tentativo di occupare», commenta una docente. «È un processo alle intenzioni – secondo il rappresentante d’istituto Vincenzo Santonocito – oltre a essere un’interruzione del servizio pubblico». Una protesta che si aggiunge a quelle in corso negli istituti Archimede, Boggio Lera, Fermi, Eredia, Vaccarini.

Fallito già ieri sera il tentativo di occupazione, al liceo scientifico Principe Umberto «è stata proclamata l’autogestione», spiega una studentessa. Un buon numero di ragazzi e ragazze avrebbe dormito all’interno del cortile. Per questo motivo il cancello è rimasto aperto, nonostante la chiusura dell’istituto. Che non è stata però comunicata. «Abbiamo perso un giorno di lavoro senza saperlo», lamenta una professoressa. Oggi è stata convocata un’assemblea studentesca per discutere dell’accaduto. Ma alle 11 sono in pochi a essere rimasti nel cortile della scuola. Mentre sulla vetrata del portone sono stati appiccicati due fogli con delle scritte di protesta, una sedia blocca dall’interno una porta.

«La dirigente avrà temuto che la nostra protesta potesse continuare – dice a MeridioNews uno dei ragazzi che aveva provato a occupare la scuola – Ma eravamo già decisi ad assicurare il normale svolgimento delle lezioni, se ce l’avesse chiesto». La polizia sarebbe stata già allertata: «Alcuni rappresentanti della Digos erano presenti anche alla manifestazione che si è svolta ieri – aggiunge Santonocito – Ma stamattina non si è visto nessuno». Alla protesta di alcuni studenti contro la riforma degli studi si aggiunge quella di altri compagni: «Avremmo voluto studiare ma ci è stato impedito – dice un ragazzo – Per noi si trattava di un normale giorno di scuola». E parte del corpo docente si unisce alle lamentele: «Entravo alle 10, ho trovato le porte chiuse e i miei studenti lasciati fuori, con gli zaini». 

Intanto all’istituto tecnico Archimede l’occupazione continua. «Abbiamo appena terminato un cineforum e tra poco seguirà un dibattito», dice Simone Corica, rappresentante degli studenti. La notizia della chiusura del Principe Umberto è arrivata pure nella scuola vicino a piazza Roma: «È una cosa assurda. Le istituzioni scolastiche stanno facendo di tutto per evitare le proteste». Anche altri licei catanesi sono stati occupati «nonostante l’opposizione dei dirigenti – aggiunge Corica – che stanno cancellando i laboratori proposti per le ore pomeridiane». Tra le ragioni delle manifestazioni «c’è la riforma scolastica ma non solo, anche le condizioni degli edifici e la nostra presa di posizione contro le guerre».

Marco Di Mauro

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