Primarie, chi non vuole gli immigrati?

da Mila Spicola
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Qualcuno di noi “è nato” antirazzista e antifascista. Ci è cresciuto, ce l’ha nel DNA. Molti di noi abbiamo scelto per questi motivi l’ “esser di sinistra”. E non abbiamo dubbi quando ci chiedono: ma in fondo, che differenza c’è tra destra e sinistra? C’è, eccome! E sta in quella profonda convinzione: tutti gli uomini sono uguali davanti alla legge. Il corollario: ci battiamo contro ingiustizie. Posta questa pregiudiziale metafisica, sostanziale, questo imperativo categorico a priori della vita intera, tutto il resto ne consegue. Ne consegue che per quei valori di uguaglianza e di amore per la giustizia sociale, che superano tempi, epoche, latitudini geografiche e longitudini simboliche saremmo capaci di dar la vita. Esagero? No.
Ne consegue che serviamo la nostra Costituzione, che quei valori interpreta e difende. Ne consegue che la nostra vita e i nostri atti sono tutto sommato semplici: sappiamo perfettamente, seguendo quegli articoli, con tutta la storia e il senso che li accompagnano, cosa fare per essere nel giusto e cosa non fare per rischiar l’ingiusto. Affinché certe cose che sono accadute in passato, ai nostri nonni e bisnonni, non si ripresentino. Spero siate d’accordo con me.
Questa premessa è d’obbligo per affermare che tutto il resto viene subito sotto: partiti e parti politiche, vertenze, regole, azioni. Sta tutto sotto quei valori. Sono principi, sono teoremi della nostra vita collettiva. E allora: può un’esigenza di “regolarità e trasparenza” politica o partitica giustificare una decisione che è palesemente discriminatoria in merito proprio ai diritti civili di cui sopra? Ditemi, ve ne prego: “No, non può”. A cosa mi riferisco?

Alle primarie del centrosinistra per le amministrative di Palermo. Infatti la scorsa settimana, a quasi dieci giorni dallo svolgimento delle stesse, si è scelto di derogare. “Per assicurare la regolarità delle primarie e per garantire legalità e trasparenza i cittadini extracomunitari dovranno preregistrarsi nella sede del Pd. Con tanto di orario stabilito e di giorni. Il motivo? Non avendo tessera elettorale potrebbero imbrogliare. Si potrebbero inquinare le primarie. Come è accaduto a Napoli. Questa decisione, assunta all’unanimità dal ‘tavolo politico’ della consultazione composto dai segretari provinciali di Pd, Idv, Sel, Fds, Verdi e dai rappresentanti del cartello dei movimenti “Per Palermo è ora” è stata consegnata alla stampa il 22 febbraio 2012, e rappresenta, secondo chi scrive, un grave stravolgimento del regolamento delle primarie adottato prima che la competizione avesse inizio. Ma soprattutto un grave stravolgimento delle priorità che deve darsi anche la politica. Le ragioni della “regolarità della politica” non possono mai assurgersi a motivazione superiore se tali ragioni mettono in dubbio, anche in minima parte, anche in forma marginale, la sostanza dei valori di cui sopra.
Qualcuno l’ha definita una polemica strumentale. Da un lato, le ragioni dei candidati che potrebbero avere un consenso largo da parte delle comunità di extracomunitari; dall’altra, le ragioni dei candidati che tal consenso potrebbero non avere. Su tutti, l’opportunità di assicurare che “le primarie vengano garantite e che non accada quello che è accaduto a Napoli”.
Nessuno che si sia interrogato, a parte gli extracomunitari medesimi (decisamente sconfortati) o la società civile, che il problema non riguarda in nessun modo la politica, ma una pregiudiziale assoluta e prioritaria. Che la sostanza non è per nulla la questione “polemica o meno” o, a maggior ragione, “la strumentalità”, ma ha a che fare con l’identità di molti di noi. E l’essere di “sinistra” ne è una diretta conseguenza, un riflesso, non un assunto precedente.

In questo istante (domenica 26 febbraio, ore 13.00) nella sede del Pd stanno assiepati tantissimi immigrati in attesa di registrarsi. Gli addetti alla registrazione sono pochi e l’orario è scaduto. Molti di loro stanno per essere rimandati indietro. E’ scaduto l’orario del rispetto e dell’uguaglianza. Nella sede del Pd, con l’avallo di tutti. O ci registriamo tutti o non si registri nessuno. L’ho detto e l’ho ridetto. Lo scrivo e lo riscrivo. O ci registriamo tutti o non ci registriamo nessuno.
In base a ciò possiamo stare zitti di fronte al fatto che l’insieme delle forze politiche, in cui molti di noi militano, e che fino ad oggi ci ha rassicurato sul fatto che su quelle questioni non c’era da discutere, come parte di identità non negoziabili, non c’era nessun dubbio, prenda una simile decisione? Addirittura certificando la pregiudiziale dell’imbroglio in base al passaporto? Possiamo stare zitti di fronte all’ostinata delegittimazione della nostra protesta derubricata nel calderone della “sterile polemica”?
Ma se mi indigno quando vedo sui libri di storia le vignette di inizio secolo sugli “ebrei imbroglioni” posso non indignarmi con la stessa legittimità di gravità di fronte al sospetto certificato di “imbroglio possibile” da parte di intere comunità di stranieri? Di fronte a un fatto che accade adesso e su cui pochi, troppo pochi alzano la guardia dell’attenzione?? Secondo voi è possibile star zitti? E secondo voi è più importante certificare la gravità di tale sospetto o assicurare la regolarità delle primarie?
Io insegno ed entrando in classe rinnovo giorno per giorno il mio giuramento alla Costituzione. Nessuna Distinzione. Art. 3. Oltre che crederci per davvero e affermare ogni giorno ai miei ragazzi che sarei pronta a dare la vita per quell’articolo, per i valori di uguaglianza e di libertà che esso esprime, sono obbligata a crederci. In quanto cittadina italiana, che vive e serve questo Stato. Sennò che ci rimane? A quanti di noi che abbiamo alzato la voce è arrivata puntuale la replica: ma non state esagerando? Beh no. Le piccolissime falle aprono le voragini. Nessuna falla per favore. Avallatela voi se ne siete convinti e assumetevene tutte le conseguenze e le responsabilità in prima persona. Io no.
Poi possiamo anche declinare le altre gravità di tale decisione, ma molto, molto dopo questo teorema euclideo.

La decisione presa (riprendendo una dichiarazione di Gandolfo Librizzi, componente del tavolo tecnico delle primarie che si è opposto) “è grave sotto il profilo formale, perché viola apertamente il Regolamento delle Primarie essendo in contrasto con quanto previsto dall’art. 1, dall’art. 6 ultimo comma e dall’art. 9, comma 9 che riconoscevano, al contrario, la piena legittimazione dei cittadini extracomunitari a votare senza preregistrazione..Nella considerazione che le regole di partecipazione alle primarie erano state adottate prima della presentazione delle candidature e che i candidati hanno sottoscritto il regolamento obbligandosi a rispettarlo. Modificarlo in corso d’opera, significa alterare le regole delle stesse primarie, falsarne le condizioni di partenza e limitare l’esercizio di un diritto riconosciuto a tutti i cittadini, italiani e non, legalmente soggiornanti e residenti nel suolo palermitano. Inoltre, la decisione assunta dal tavolo politico esautora di fatto il Comitato Organizzativo essendo stata conferita a tale organo – più equamente rappresentativo per la presenza dei delegati dei candidati, anche se senza dritto di voto, le competenze e le funzioni previste dall’art. 2. Essa, quindi, rappresenta un impedimento alle funzioni superpartes che avrebbe dovuto svolgere il Comitato Organizzativo, minandone la relativa terzietà rispetto ai Partiti politici – tutti schierati, fra l’altro, di fatto, solo per una candidata – e rispetto agli stessi candidati. Saltano così le condizioni di trasparenza poste a fondamento e garanzia dell’ordinato svolgimento delle primarie.
Tale decisione, è altresì grave sotto il profilo più propriamente politico in quanto, per la prima volta, viene delimitata, ristretta e ostacolata la piena e libera partecipazione dei cittadini extracomunitari ad una competizione di primarie, in distonia con le altre primarie svolte in tante città e da sempre. Infatti, né a Milano, né a Torino, né a Cagliari, né a Genova, né a Rieti né in nessuna altra competizione primaria dal 1996 ad oggi, sono state pensate e introdotte norme di tale natura che, per ciò stesso, snaturano e offuscano il profilo e la fisionomia stessa delle forze del centro sinistra non solo a Palermo ma livello nazionale. Solo a Palermo si introducono norme così restrittive più vicine al sentire leghista che al popolo di sinistra e tale norme si introducono a solo 11 giorni dal voto. E la decisione è tanto più grave – oltre che per la registrazione, inizialmente non prevista e mai adottata da nessun altro regolamento nel resto d’Italia – anche perché limita la possibilità di registrarsi a solo pochissimi giorni e in una ristrettissima fascia oraria escludendo perfino la domenica quando tali cittadini potrebbero, a buon diritto, essere più liberi per decidere di registrarsi.”

Una proposta potrebbe essere: registriamoci tutti. Tutti quanti. Così il doppio pellegrinaggio ce lo accolliamo tutti. Non solo chi è straniero perché è straniero. Perché, per come la vedo io, nessuno è straniero: non lo è nelle mie classi, non lo deve essere altrove. Anche perché i pacchi di tessere cooptate, in mano a gente che compare per votare e poi scompare per sempre, quando si celebrano i congressi nei partiti non mi sembrano meno “inquinati”.
Io non credo che si possa sottovalutare quello che sta accadendo. Almeno non lo farò io. Se vogliono prendere e proseguire su quanto deciso lo facciano, ma non con il mio consenso. Non col consenso di tanti altri che la pensano come me. Preferisco la possibilità dell’irregolarità (anche se la considero una grave offesa nei confronti di gruppi che son persone e non pecore) al dubbio della discriminazione. Il mio non è un “preferirei di no”. E’ un no.

“Non possiamo scegliere chi sarà sindaco, ma possiamo orientare chi sarà il candidato sindaco della parte politica che ci rappresenta. Siamo cittadini a metà, ma la metà che può votare alle primarie ha il dovere e la responsabilità di farlo. E, poi, deve convincere tutti quelli che il voto ce ‘hanno intero ad andare a votare per chi ha vinto le primarie. Noi non possiamo scegliere la politica, ma possiamo aiutare a cambiarla, la politica”. Faoussi, tunisino, torinese senza cittadinanza italiana.

 

Redazione

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