Si dichiaravano
poveri, ma in realtà percepivano provvidenze comunitarie previste dalla politica agricola comune quali imprenditori agricoli per decine di migliaia di euro, ottenendo indebitamente il reddito di cittadinanza. Nella lista delle posizioni irregolari sono finiti 36 imprenditori che, stando all’inchiesta Inside della guardia di finanza di Enna e della tenenza di Nicosia, «omettevano di indicare la percezione di fondi comunitari attingendo così al reddito di cittadinanza». Alcune delle persone finite sotto la lente d’ingrandimento arrivano a ottenere sussidi fino a 1200 euro al mese.
Immediatamente sono state avviate le operazioni per la revoca del beneficio e il recupero di quanto indebitamente percepito. La somma complessiva, secondo le stime degli inquirenti,
ammonta a oltre 200mila euro. L’operazione ha scandagliato le posizioni di 7600 beneficiari di contributi da parte dell’Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura.
Il reddito di cittadinanza, come noto, spetta unicamente in presenza di stringenti requisiti, autocertificati dal richiedente e che hanno come obiettivo quello di dimostrare non solo la propria
condizione di difficoltà, ma anche quella del nucleo familiare. In effetti, sebbene gli aiuti all’agricoltura a favore degli imprenditori del settore non formino oggetto di dichiarazione ai fini fiscali, lo stesso non vale per la Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) ai fini del rilascio dell’attestazione Isee la quale contiene le informazioni di carattere anagrafico, reddituale e patrimoniale necessarie a descrivere la situazione economica complessiva riferita all’intero nucleo familiare del richiedente. Questa dichiarazione è necessaria per ottenere il reddito di cittadinanza.
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