Prende 99 alla Maturità, preside ammette l’errore «Griglia di valutazione sbagliata, ci sono altri casi»

«L’errore c’è e si può provare perché è contenuto in una griglia di valutazione strutturata in modo che il voto massimo fosse nove e non dieci». A parlare a MeridioNews è Pucci Prestipino, preside del liceo La Farina di Messina che ieri è balzato alle cronache per la decisione di una madre di ricorrere al Tar per il voto dell’esame di maturità della figlia: 99 su 100

È adesso la dirigente scolastica a spiegare cosa avrebbe causato l’errore nella valutazione dell’ex studentessa 18enne, Arianna Caruso. La madre della ragazza, Angela Rizzo, conosciuta in città per il suo impegno nel mondo dei servizi sociali, ha collegato a questo suo impegno la diminuzione del voto per la figlia e ha annunciato che farà ricorso al tribunale amministrativo. 

Prestipino ha già parlato con la madre della ragazza. «Sono dalla sua parte – afferma – e ho fatto tutto quanto era nelle mie facoltà per risolvere la situazione, ma non posso essere io a correggere l’errore, deve farlo la commissione degli esami di Stato. Dovranno quindi rivolgersi al Tar che potrà confermare che è stato commesso questo errore e correggere la valutazione finale». La preside spiega, inoltre, che l’errore non ha riguardato solo la valutazione di Arianna. «Riportando il voto contenuto in questa griglia nel punteggio finale, ci sono stati dei ragazzi che hanno registrato un voto inferiore a quello che avrebbero avuto se il punteggio della griglia fosse stato dieci». È anche vero, però, che chi ha preso 87 invece che 88, probabilmente, non ci ha nemmeno fatto caso o non ha valutato la cosa con altrettanta gravità. 

«Ieri e oggi a Roma c’erano i test per accedere al collegio nazionale dei cavalieri del lavoro per cui sono disponibili solo 14 posti – spiega a MeridioNews Arianna – I requisiti erano avere la media dell’otto e aver riportato 100 come valutazione agli esami di Stato. Con questo errore, che nessuno ha voluto correggere, mi hanno impedito di avere la possibilità di studiare a Roma con vitto e alloggio pagato». La ragazza, insomma, ci tiene a spiegare con non si tratta di un capriccio, ma di vedere riconosciuto ciò che meritava. 

«Ci siamo accorti dell’errore il 28 giugno, il giorno degli esami orali. Così – racconta la giovane – abbiamo presentato un esposto in autotutela al liceo e abbiamo inviato anche più di una mail al Provveditorato degli studi. La commissione di esami riunendosi avrebbe potuto correggere l’errore, ma ci hanno fornito di giorno in giorno varie date. L’ultima – continua – è stata il 29 luglio, anche quella però disattesa. Adesso c’è tempo fino all’11 settembre, poi non ci sarà altra strada se non quella di ricorrere al Tar, dovendo affrontare – conclude Caruso – anche un costo che va dai tremila ai seimila euro. E mi chiedo perché».

Simona Arena

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