IL PRINCIPIO, INFATTI, E’ LO STESSO E SI RIASSUME IN UNA DMANDA: L’ACCESSO NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE DEVE RISPETTARE O NO L’ARTICOLO 97 DELLA COSTITUZIONE?
E’ inutile che ci giriamo attorno: il giudizio della Corte di Cassazione sulla contestata ‘stabilizzazione’ del personale che presta servizio nelle società pubbliche avrà influenza anche sulla vicenda dei precari degli enti locali.
Il principio sul quale si pronuncerà la Suprema Corte è identico: perché riguarda soggetti che dovrebbero entrare a parte parte di società pubbliche o di enti pubblici – per esempio gli enti locali siciliani – aggirando, di fatto, l’articolo 97 della Costituzione che, com’è noto, stabilisce che nella Pubblica amministrazione si accede mediante concorso.
Con molta probabilità, sarà ancora una volta la magistratura a sostituirsi alla politica. Non perché la magistratura ha, come dire?, questo piacere. Ma perché la politica siciliana non è in grado di liberarsi da un vecchio modo di fare politica, impostato sul clientelismo e sull’aggiramento costante della Costituzione in materia di accesso alla Pubblica amministrazione.
A proposito delle società pubbliche regionali, va ricordato che tra la fine degli anni ’90 del secolo passato i i primi anni del 2000 la Regione ha soppresso gli enti economici regionali storici: Ems (Ente minerario siciliano), Espi (Ente siciliano per la promozione industriale) e Azasi 8Azienda asfalti siciliani). L’impegno della politica siciliana era quello che mai e poi mai la Regione avrebbe creato nuove società pubbliche.
Invece, già a partire dal 2001, è ricominciato il valzer delle società pubbliche. Dove, senza concorso, è stato assunto personale. Per aggirare l’articolo 97 della Costituzione la politica ha rispolverato il metodo Sofis: società per azioni partecipata dalla pubblica amministrazione.
Così facendosi sono giustificate le assunzioni, perché le società di capitali, anche se a capitale pubblico, sono private. da qui le assunzioni.
Ora questo principio viene contestato in un ricorso presso la Cassazione. Se la Cassazione deciderà che le assunzioni a tempo indeterminato sono legittime, tutto buono e benedetto: tutti gli attuali dipendenti verranno ‘stabilizzati’.
Ma se la Cassazione dovesse ribadire i principi dell’articolo 97 della Costituzione, beh, si porrebbe un bel problema, sia per i dipendenti delle società pubbliche, sia per tutti i precari degli enti locali siciliani. Le ‘stabilizzazioni’, in entrambi i casi, sarebbero fuori legge.
Il discorso, ovviamente, riguarderebbe pure i precari delle Province e delle società controllate dalle stesse Province.
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