Pozzallo, il sindaco licenzia il comandante dei vigili Coinvolto nello scioglimento del Comune di Pachino

Il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna ha licenziato il comandante della polizia municipale Nicola Campo. Il suo nome compare infatti nella relazione del prefetto di Siracusa che ha portato allo scioglimento per il rischio di infiltrazioni mafiose del Comune di Pachino, dove Campo è dipendente e ha guidato il corpo dei vigili urbani. «Dalla relazione sarebbero emersi comportamenti di tale gravità da essere ostativi alla prosecuzione anche temporanea del rapporto di lavoro», spiega il primo cittadino. 

La relazione prefettizia porta la data del 17 novembre 2018. Negli atti viene contestato a Campo di essersi appropriato indebitamente di soldi prelevati da conti correnti destinati alle multe. Vicenda per cui è aperta anche un’indagine penale. Il prefetto di Siracusa propone la sospensione di Campo da comandante della polizia municipale di Pachino, «per un periodo pari alla gestione commissariale straordinaria», in modo da «fare cessare i pregiudizi in atto e ricondurre alla normalità la vita amministrativa dell’ente». 

Dal momento che il dirigente non è dipendente del Comune di Pozzallo, ma ha un incarico fiduciario a tempo determinato, e preso atto che i commissari ispettori della Prefettura ne hanno proposto la sospensione dal servizio che però a Pozzallo non può essere attuata perché il comandante è di ruolo al Comune di Pachino, il sindaco Ammatuna ha determinato il licenziamento per giusta causa venendo meno il rapporto fiduciario «anche se per atti legati alla sua condotta esterna commessi al servizio del Comune di Pachino». Lo stesso Ammatuna per questa nomina è stato rinviato a giudizio poche settimane fa per abuso d’ufficio: secondo la Procura di Siracusa, infatti, Campo, trovandosi in aspettativa dal Comune di Pachino, non avrebbe potuto contrarre un secondo contratto di lavoro.

Prima del provvedimento, Campo era stato convocato dal Comune di Pozzallo. Assistito dal suo legale, aveva presentato una memoria scritta in cui contesta gli addebiti mossi, evidenziando che c’era stato uno scambio di persona da parte della Prefettura nel riportare che «aveva diverse altre imputazioni per gravi reati, dettagliatamente esaminate nella relazione».

Piero Burrugano

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