Portopalo: tentano di rubare teli mare e birre Due catanesi e lo scompiglio nel campeggio

«Ma almeno, se proprio dovevate rubare, le birre perché non le prendevate dal frigo?». Sono le 11 in un noto campeggio di Portopalo, in provincia di Siracusa, e attorno a una delle postazioni per le tende chi non urla ride, in attesa dell’arrivo dei carabinieri. Davanti a una piccola folla di persone in vacanze, due ragazzi di Catania – 17 e 18 anni – tentano invano di giustificare il possesso di buona parte degli oggetti che stanno usando. I teli mare, le sedie, una radiolina, un ombrellone, una cassa di birra, perfino uno stick di fondotinta. «Mi spieghi a che ti serviva il fondotinta?» «Signora, ma lo sta vedendo che brufoli e che occhiaie che ho?».

Il fatto, di per sé, è molto semplice: questa mattina parecchi campeggianti si sono svegliati senza parte della propria attrezzatura per stare al mare, di fronte all’Isola delle correnti. Qualcuno denuncia alla reception l’assenza di una borsa, qualcun altro di un portafogli con i documenti, qualcuno ancora non ha ritrovato neanche un vassoio con della frutta. Per caso, un cittadino passa davanti alla piazzola con una tenda doppia solitaria – in cui già nella notte era stato segnalato qualche rumore di troppo – e nota, tra le sedie, un ombrellone e un ventilatore acceso, il suo telo mare. Da quel momento la voce passa veloce tra le persone in vacanza e davanti alla postazione con la tenda dei due inizia una processione. Mentre i giovanissimi, appena svegli, danno le loro spiegazioni. «Quella è la mia pochette». «No, signora, quella è la pochette di mia madre, l’ho presa per sbaglio». 

Così anche per un pallone e per una sacca arancione (con dentro libri, asciugamani, occhialini e un caricabatterie), quest’ultima finita «da sola» dentro alla valigia di uno dei due giovani catanesi in trasferta. Passano pochi minuti, i due ragazzi capitolano: «Non ricordo niente – sostiene il 17enne – Ieri la mia ragazza mi ha lasciato, non so niente di quello che è successo stanotte. Le cose che abbiamo preso le avremmo restituite stamattina. Abbiamo usato solo quello che ci serviva». Qualcuno, nel frattempo, chiama i carabinieri. In totale, secondo le stime fatte a spanne da chi aveva subito il furto di qualcosa, erano spariti poco meno di duecento euro di oggetti. Incluso il plaid di un bambino. «Io stamattina mi sono svegliato su un materassino – racconta il più grande dei due – E avevo accanto un vassoio di frutta: io però la frutta neanche la mangio».

All’arrivo delle forze dell’ordine i due sono visibilmente turbati. «Non mi potete fare questo, io ho dei progetti per il futuro», commenta il minorenne, prima di iniziare a piangere svuotando un trolley dei vestiti – suoi – davanti agli occhi dei due militari intervenuti. «Siete incensurati?». «Certo», rispondono entrambi, continuando a chiedere scusa. Uno di loro, intanto, lancia una radiolina nella piazzola accanto. Per ritrovarla ci vogliono un paio di secondi al massimo. «Siamo stati stupidi – concludono – Abbiamo sbagliato, non ci siamo resi conto». All’arrivo dei genitori – pare che almeno il padre di uno di loro, peraltro, fosse in campeggio nella stessa struttura – i due giovani vengono portati via con l’auto dei carabinieri, dopo avere restituito tutto. La maggior parte delle persone sceglie di non denunciare, qualcuno si riserva di pensarci in giornata. «A me hanno preso solo una cassa di birra – dice una donna – Non vale la pena perdere altro tempo. Qui non era mai successo niente del genere, io torno al mare». 

Salvo Catalano

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