«Non ne sapevo niente, sono stata avvertita da alcuni cittadini». A parlare è la sindaca di Porto Empedocle Ida Carmina che, la vigilia di ferragosto, ha scoperto che un gruppo di 44 minori migranti era stato accolto in una struttura del centro del paese. La prima cittadina in questi giorni fa i conti con l’insofferenza di parte della popolazione che non ha esitato a comunicare il proprio malcontento, dicendosi pronta a manifestare. I ragazzi sono ospitati in un immobile di tre piani gestito da una cooperativa che avrebbe «altri 35 centri» sparsi per la Sicilia. «A noi è arrivata soltanto la comunicazione dell’apertura, nessuno ci ha informato che da lì a poco sarebbero arrivati», assicura la sindaca, tenendo a sottolineare come l’insediamento sia avvenuto il giorno in cui le forze di polizia erano concentrate in spiaggia.
Tra le rimostranze c’è quella di essersi ritrovata con una situazione diversa da quella preventivata. «La cooperativa aveva dato disponibilità per l’accoglienza di ragazze e invece sono arrivati maschi», sottolinea Carmina. Un dettaglio che alla sindaca appare importante, al pari delle questioni di sicurezza dell’immobile: «Solitamente per strutture analoghe si richiedono scale d’emergenza, maniglioni antipanico, impianti antincendio. In questo caso, invece, è bastato avere gli estintori», sostiene. La lista delle motivazioni è ancora lunga ma, a monte, la prima cittadina ci tiene a sottolineare come con i migranti – o almeno alcuni di essi – abbia «un ottimo rapporto»: «Ho avuto alunni di origine marocchina – spiega da docente – e anche alcune famiglie ormai residenti hanno votato per me».
A pesare, però, ci sono i malumori degli empedoclini. «Il nostro – specifica – è il paese della provincia di Agrigento più densamente abitato. Mettere i migranti in pieno centro è un po’ destabilizzante. Gli esercenti temono per il proprio pane, in quanto i migranti rendono più difficoltosa la possibilità di guadagnare». Il perché starebbe nella minore attrattività di un paese che ospita migranti. «Inibiscono il turismo e non sono la sola a pensarlo. Anche l’assessore regionale Anthony Barbagallo lo ha detto», ricorda la prima cittadina. Che, per fare un esempio, cita una volta in cui alcuni migranti avrebbero creato confusione. «Una sera in cui c’era la Champions League, un commerciante ha messo a disposizione il televisore per seguire le partite ma, davanti all’ingresso, si sono radunati 20 ragazzi di colore che non facevano né entrare né uscire i clienti», assicura Carmina. Senza specificare se la loro sosta riguardasse soltanto l’interesse per quanto stava accadendo sui campi di gioco.
Le dichiarazioni più forti, però, riguardano le presunte differenze negli stili di vita che caratterizzerebbero italiani e stranieri. «Il centro si trova alle spalle di una scuola media e questi minori stranieri hanno costumi diversi dai nostri – afferma -. Capita che girino mezzi nudi o che si facciano vedere in mutande». Per questo motivo, la sindaca ha chiesto alla cooperativa di trovare una nuova sede. «Mi hanno detto che si impegneranno a traslocare in un’altra zona non appena troveranno un altro stabile». L’esponente pentastellata ne fa una questione di posizione: il nodo, infatti, non starebbe nello scegliere tra ospitare o meno i ragazzi stranieri, ma di non volerlo fare nel centro del paese. Per questo fa l’esempio di un’altra cooperativa che gestisce in periferia una struttura con 35 minori, stavolta senza problemi. «Quello è accettato da tutti», dice.
Da Carmina anche un riferimento alla legislazione in tema di accoglienza, che però sembra influenzata da alcuni pregiudizi alimentati dalla disinformazione che circola su Internet. «Si dice che i minori stranieri devono essere trattati come i minori italiani – dichiara -. Io da sindaca dico: magari gli italiani fossero trattati come i minori stranieri. Perché ai giovanissimi italiani che sono in condizioni di disagio certamente lo Stato non dà 45 euro al giorno». Forse non sapendo che per i ragazzi siciliani che vivono in comunità si stanziano 35 euro in più: un totale di 75 euro al giorno a minore, con la differenza che questa cifra viene erogata da Regioni e Comuni, spesso – questo sì – con ritardi consistenti rispetto ai fondi del ministero per i coetanei stranieri. In ogni caso, la sindaca di Porto Empedocle assicura di non essere xenofoba. «Il mio non è razzismo, sono sempre stata solidale. Ma qui – conclude – si vuole ridurre la Sicilia in un immenso campo profughi».
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