Pontile di Romagnolo vandalizzato, presentato esposto «Nessuna barriera impedisce accesso: tutelare cittadini»

Due consiglieri comunali e le associazioni Comitati Civici e Vivo Civile hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica affinché vengano di tutelati i cittadini, impedendo l’accesso alla struttura in legno e al pontile di Romagnolo. La struttura «ora pericolante, costata alla comunità ben 2,3 milioni di euro abbandonata, vandalizzata ed infine sottoposta a sequestro, non ha alcuna barriera che ne impedisca l’accesso». Lo scrivono in una nota i consiglieri Filippo Occhipinti e Gaspare Lo Nigro e Giovanni Moncada e Marcello Robotti rispettivamente alla guida delle due associazioni. In particolare, riferisce Moncada, «le travi di sostegno della passerella affondate nella sabbia sono compromesse».

Il 17 ottobre del 2015 la polizia municipale ha sequestrato la struttura un tempo appartenente agli ex Bagni Petrucci, in via Messina Marine all’altezza di via Amedeo d’Aosta. In seguito agli accertamenti compiuti dagli agenti del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico è stato riscontrato il grave stato di degrado, determinato dalla presenza di rifiuti e dalla opera di devastazione dei vandali che hanno distrutto le porte, danneggiato le tramezzature ed i servizi igienici dei manufatti in legno e divelto i cavi dell’impianto elettrico. Il pontile sulla battigia, poi è stato sequestrato perché ritenuto fonte di pericolo per l’incolumità pubblica. A causa della mancanza di alcuni assi in legno era diventato instabile. Il manufatto è stato affidato in custodia giudiziaria al Demanio Marittimo dell’Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente.

Il Consigliere Gaspare Lo Nigro, riferiscono ancora nella nota«ha più volte sollecitato al Comune la messa in sicurezza della struttura e finalmente, a seguito di una dichiarazione di urgenza a firma della protezione Civile, che disponeva l’inibizione della zona con la posa in opera di idonee recinzioni ha disposto gli interventi urgenti per l’eliminazione dei pericoli dell’immobile». Ma nonostante sia stato individuato il capitolo di spesa da cui prelevare le somme necessarie per effettuare i lavori per la messa in sicurezza, «nessun atto è stato posto in essere per l’affidamento dei lavori – aggiunge – e la struttura è stata totalmente abbandonata e da allora nessun intervento è stato fatto e la delibera è stata disattesa in toto, nonostante l’ormai irrimediabile degrado»Considerato che «chiunque può accedere all’area», frequentata da famiglie con bambini, «è improcrastinabile – concludono  –  la messa in opera di barriere dissuasive, prima ancora di procedere agli interventi di messa in sicurezza».

Quello che indigna profondamente chi ha presentato l’esposto è «l’indifferenza delle Istituzioni nei confronti della devastazione di un bene pubblico, costruito con fondi sottratti ad altre importanti iniziative di riqualificazione del territorio. E questa storia si ripete a Palermo con altre strutture, come il Palazzetto dello Sport, costruite e poi abbandonate al loro destino per incapacità evidente di gestire le opere pubbliche con il buonsenso del pater familias».

Stefania Brusca

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