«Il ponte sullo Stretto di Messina si farà, rientra nel programma di Governo». A ribadirlo è stato Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili. «Faccio un promemoria – ha detto Salvini – di un minuto a qualche giornalista di Sinistra distratto. Sull’Accordo quadro di programma per il Governo di centrodestra scelto dagli italiani che, per quello che mi riguarda e ci riguarda, ci accompagnerà per i prossimi cinque anni, abbiamo fondato la vittoria delle elezioni; al punto due è compresa la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. Non è un capriccio di qualcuno ma è nel programma. Su questi aspetti manterremo gli impegni». Dunque l’opera fa parte degli obiettivi che la coalizione si è data ancora prima della giornata di voto del 25 settembre. E proprio sul collegamento stabile tra Sicilia e Calabria quindi il resto dell’Italia, i dati citati dal leader della Lega ricordano non solo l’impatto occupazionale innescato ma anche i costi già sostenuti dall’istituzione della società “Stretto di Messina S.p.A.” risalente al 1981. «Allora – prosegue Salvini – frequentavo la seconda elementare» e nel tempo sono stati spesi più soldi che quelli che servono alla costruzione del ponte.
Nell’occasione il segretario del Carroccio ha ricordato anche gli altri punti principali del programma di Governo. «Pace fiscale, saldo e stralcio – continua – estensione della flat tax per le partite Iva fino a centomila euro al punto numero quattro. Il contrasto all’immigrazione irregolare, la difesa dei confini nazionali ed europei quindi il contrasto all’immigrazione clandestina e al traffico degli essere umani. La flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, con il superamento della legge Fornero. Utilizzo di ogni forma energetica per abbassare le bollette, compreso il nucleare e sicuro di ultima generazione. Quindi non c’è nessun programma parallelo, alternativo».
E proprio per il contrasto agli sbarchi sulle coste siciliane, sui flussi provenienti dal mare Mediterraneo, Salvini ha già incontrato l’ammiraglio Nicola Carlone, comandante generale della Guardia Costiera. «Mantenere gli impegni – chiosa – presi in campagna elettorale non è un diritto ma è un dovere».
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