«Il tempo medio di attraversamento attuale dello Stretto di Messina è paragonabile al tempo di viaggio che un’auto impiega, se si considera anche il pedaggio, per percorrere dai 100 ai 300 chilometri». A fare i conti sull’attraversamento è stato il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile Enrico Giovannini in audizione nelle commissioni riunite Ambiente e Trasporti alla Camera. «Per dare seguito all’impegno del governo – ha aggiunto – si dovrebbe procedere con la redazione di un progetto di fattibilità tecnica ed economica». Stando al cronoprogramma esposto da Giovannini la prima fase potrebbe concludersi entro la primavera del 2022.
Tra le iniziative per migliorare l’attraversamento dello Stretto di Messina, nell’attesa della scelta definitiva sull’attraversamento stabile, si punta a «migliorare la collaborazione istituzionale, attraverso l’istituzione di un tavolo di natura tecnico-politica ma anche della società civile – ha sottolineato il ministro – per la gestione dell’intero processo di realizzazione delle proposte individuate». Tanto che Giovannini ha annunciato di avere già contattato i presidenti della Regione Calabria e Sicilia e che potrebbero essere coinvolte anche le città metropolitane, le autorità portuali e i comitati di associazioni e di categorie.
«Tutti gli interventi, che verranno attuati parallelamente al progetto di fattibilità, sono già finanziati: complessivamente si pianificano interventi per mezzo miliardo», ha aggiunto Giovannini. Il cronoprogramma parte dall’istituzione di un gruppo di lavoro permanente entro l’autunno del 2021 fino ad arrivare al completamento del programma entro il 2025: «Un programma sicuramente ambizioso ma realistico», ha sostenuto il ministro convinto che un passo avanti per velocizzare l’attraversamento sarebbe «migliorare la gestione unitaria e integrata dei servizi di mobilità passeggeri, sistematizzare le norme applicabili alle diverse tipologie di servizi coinvolti e definire degli incentivi per i collegamenti merci e passeggeri nel quadro della continuità territoriale».
Il ministro Giovannini ha poi spiegato che «la nostra ricerca è di procedere a un affidamento a Italferr (società del gruppo Fs): questo consentirebbe di ridurre i tempi, visto che è una società di grande qualità riconosciuto a livello internazionale. Stiamo verificando con Italferr i tempi: la mia indicazione della primavera 2022 – ha precisato – vuol dire entro giugno dell’anno prossimo, quindi di fatto nove mesi, ed è una valutazione che possiamo fare per restringere ulteriormente questi tempi». Oltre che di tempi, si è discusso anche di soldi. In particolare, della possibilità di chiedere un anticipo all’Unione Europea. «Quest’opera è inserita tra quelle del Corridoio, quindi c’è la possibilità di iniziare un’interlocuzione con la commissione Ue sulla base, però, di un progetto. Questa possibilità resta – ha aggiunto – ma è condizionata alla presentazione di un progetto accettabile».
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