Tre seggi. Le speranze del Pd catanese sono riposte in quella che è ritenuta la previsione più attendibile. Fra Camera e Senato, il principale partito del centrosinistra, alle prossime Politiche, potrebbe riuscire a spedire dalle falde dell’Etna verso Roma tre parlamentari. Lo stesso numero degli attuali uscenti etnei: Giovanni Burtone, Giuseppe Berretta e Luisa Albanella. Le tre caselle elettorali utili rispondono al primo posto nel listino nei due collegi plurinominali per la Camera dei deputati che ricadono sul Catanese: quello che va da Catania città a Misterbianco ed Acireale (Sicilia 2 – 02, con cinque nomi totali) e quello che accorpa Paternò e il Calatino a Siracusa, Avola e Ragusa (Sicilia 2 – 03, con sette nomi totali). C’è poi il Senato: la Sicilia orientale ricade nel collegio plurinominale Sicilia 02. Nel Pd si da per acquisito il primo posto di quest’altro listino.
I collegi plurinominali servono ad eleggere parlamentari attraverso riparto proporzionale, sistema che nel Rosatellum convive con quello maggioritario. Usando quest’ultima lente la mappa cambia: per la Camera la provincia di Catania è divisa in quattro collegi uninominali, dove vincerà il candidato più votato fra i nomi, uno solo per ciascuna coalizione. Si tratta dei collegi di Acireale, Catania città, Misterbianco e Paternò-Caltagirone. Al Senato si scende a due: Catania ed hinterland (Sicilia 8) ed Acireale (Sicilia 7) assieme al resto della provincia.
Nel Pd, lo si ammette candidamente fra corridoi e segreterie, il maggioritario viene considerato una partita quasi persa. La sfida secca intriga, ma il traino del voto nazionale dovrebbe prevalere sull’eventuale peso dei frontman territoriali. Sull’ultimo schema da Catania pendeva, poi, la spada dello scontro fra Matteo Renzi e la minoranza di Andrea Orlando. E l’altra, ancora più invisa alla base, dei paracadutati da Roma. Le ultime voci avevano parlato anche di possibili top player da piazzare nei listini catanesi provenienti addirittura dalla rosa del governo Gentiloni. Il presidente del Consiglio sarà, infatti, candidato alla Camera nel collegio plurinominale di Catania, dietro di lui Francesca Raciti, presidente del consiglio comunale etneo, e il deputato uscente Giuseppe Berretta.
Poi c’erano anche le variabili degli equilibri negli altri collegi isolani, area palermitana in particolare. Per gli uninominali al Senato i candidati sono: il sindaco di Militello Giovanni Burtone ad Acireale, Paternò e Calatino, e Valeria Sudano per il collegio identificato con Catania città e Misterbianco. Alla Camera – sempre uninominale – ci sono Giuseppe Berretta (collegio Catania), Luca Sammartino (Misterbianco), Francesca Raciti (Acireale) e Concetta Raia (Paternò e calatino). Valeria Sudano è stata scelta anche come capolista per il collegio plurinominale della Sicilia orientale, al Senato. Mentre alla Camera, i capolista del plurinominale – oltre a Gentiloni a Catania – ci sono: Fausto Raciti (collegio Paternò, Siracusa, Ragusa), seguito dalla siracusana Sofia Amoddio.
Un rebus è stato il collegio di Acireale, cui avrebbe rinunciato Nicola D’Agostino. Il deputato regionale di Sicilia futura, in costante contatto con il ministro renziano Luca Lotti, avrebbe dovuto correre senza garanzie sul plurinominale: c’è chi dice che sia questo il motivo del suo passo indietro, ma dagli acesi giungono solo smentite. Cade così anche la possibilità per Carmelo Coppolino, primo dei non eletti di Sf alle Regionali su Catania, di subentrare all’Ars al leader locale dei dubbiosi alleati centristi del Pd. L’altra ipotesi, la corsa di Giuseppe Castiglione in quota Lorenzin, è tramontata per la ritirata dello stesso sottosegretario.
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