Nessun concorso esterno alla mafia. Solo uno scambio politico-mafioso per le elezioni del 2008. In ogni caso, prescritto. È la decisione della corte d’appello di Catania – riportata dal quotidiano La Sicilia – sul caso dell’ex deputato regionale Raffaele Pippo Nicotra, per l’anno in cui fu eletto sindaco di Aci Catena, nel Catanese. Stesso anno in cui si celebravano anche le consultazioni regionali. Si chiude così con una sentenza di non luogo a procedere il processo ripartito dopo la decisione della Cassazione, nel 2023, di rinviare la sentenza alla Corte d’appello. Annullando la decisione del 2022 che vedeva Nicotra condannato a quattro anni e otto mesi di reclusione per concorso esterno all’associazione mafiosa, assolvendolo dal reato di tentata estorsione. Un primo appello che aveva già ridimensionato la sentenza di primo grado, a sette anni e quattro mesi per entrambi i reati, escludendo già un’ulteriore accusa: corruzione elettorale. I processi nascono dall’indagine che ha portato all’arresto di Nicotra – poi ai domiciliari – a ottobre 2018 nell’operazione Aquilia per aver pagato, secondo gli inquirenti, 50mila euro in cambio dell’appoggio elettorale del clan Sciuto durante le Regionali del 2008 e 50 euro a voto nel 2012. Oltre a favorire economicamente il clan, legato alla famiglia Santapola-Ercolano, tramite i suoi supermercati. Accuse che Nicotra ha sempre rifiutato, dichiarandosi innocente.
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