POLITICA/ Le pagelle del mercoledì

LA ‘PRIMADONNA’ DI CATANIA

ENZO BIANCO – Cominciamo questa rubrica con il Sindaco di Catania, Enzo Bianco, protagonista di una caduta di stile. Gli imprenditori del “Tavolo per le imprese” – una bella organizzazione imprenditoriale siciliana che si sta intestando battaglie economiche e sociali importanti – ha promosso un meeting sui Porti della Sicilia orientale. Un convegno importante al quale hanno preso parte docenti universitari, economisti, ingegneri trasportasti, esperti del settore e politici. Bianco ha declinato l’invito. E già questo pone a suo sfavore. Ma il punto non è questo: il punto è che, nello stesso giorno, il Sindaco della Città Etnea ha organizzato una conferenza stampa, sempre su temi legati alla portualità, della quale – a parte il quotidiano di Mario Ciancio – non ha parlato quasi nessuno. A differenza del meeting degli imprenditori ‘tavolisti’ che, invece, ha riscosso grande successo. Quella di Bianco è stata una scorrettezza. La verità è che Catania è una grande città, ma è amministrata da un Sindaco da strapaese e piuttosto ‘Narciso’ che, peraltro, sta floppando su tutta la linea.
Ad Enzo Bianco un 3 meno meno.

 L’INGEGNERE SEMPRE A CACCIA DI SOLDI

CARLO DE BENEDETTI – Ma possibile che aziende di ‘sto benedetto De Benedetti siano sempre in crisi? Il gruppo Sorgenia presenta un deficit di 1,8 miliardi di euro. Sembra che le banche – verso le quali questa società è scoperta – sarebbero disposte a trasformare in ‘partecipazioni’ i crediti che vantano verso Sorgenia. A noi la cosa sembra assurda: ai piccoli imprenditori tolgono aziende e proprietà immobiliari per 10-20 mila euro e a questa società si fanno crediti per tutti questi soldi? Ma dov’è la giustizia in Italia? Ancora: le banche che largheggiano in crediti con queste società di imprenditori ‘raccomandati’ non sono le stesse banche per finanziare le quali si tolgono soldi agl’italiani? Ma i banchieri del nostro Paese non si vergognano? Noi ci auguriamo che il Governo Renzi non agevoli – come si vocifera – il gruppo Sorgenia. Perché il suo sputtanamento e lo sputtanamento del PD sarebbe totale.
Noi intanto rifiliamo un bel 3 a Carlo De Benedetti.

 

IL MINISTRO VA A CATANIA E OSSEQUIA CIANCIO

ANGELINO ALFANO – Il Ministro degli Interno e leader del centrodestra, a Catania per un appuntamento neo elettorale del suo nuovo Partito – il Nuovo centrodestra democratico – ha condannato i catanesi che si sono presentati al convegno del suo nuovo partito a un’attesa di oltre due ore. Oltre due ore di ritardo. E sapete perché? Perché è andato a fare visita all’editore catanese, Mario Ciancio, sotto inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa. Dopo essersi intrattenuto con uno degli uomini più potenti della Sicilia, il Ministro Alfano, a sirene spiegate, si è finalmente recato all’appuntamento elettorale con gli illusi che ancora gli vanno dietro. Un bel 3 meno al Ministro Alfano non glielo leva nessuno.

 

I ‘DIOSCURI’ DEL PD SOGNANO STRASBURGO

ANTONELLO CRACOLICI E GIUSEPPE LUMIA –Dopo essere stati i protagonisti di una stagione politica fallimentare,

costringendo il PD siciliano, per quattro lunghi anni, in un’alleanza con l’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, in quegli anni già inquisito e qualche settimana fa condannato in primo grado per mafia, Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia hanno annunciato le proprie candidature al Parlamento europeo. Naturalmente nel PD. Invece di farsi da parte, dopo tutti gli errori che hanno commesso – e dopo che la linea politica che hanno imposto al PD siciliano ha fatto perdere a questo Partito da 200 a 250 mila voti – insistono e si auto propongono per il Parlamento di Strasburgo. La motivazione delle due candidature è semplice: Cracolici non verrà più rieletto a Sala d’Ercole, mentre Lumia non verrà mai più rieletto al Parlamento nazionale. Come si può notare, ‘grandi’ motivazioni politiche e culturali.A Cracolici e a Lumia un bel 3 +.

 

MAURO MORETTI: GUAI A RIDURGLI GLI 800 EURO DI ‘STIPENDIO’… 

MAURO MORETTI – L’amministratore delegato delle Ferrovie spa, Mauto Moretti, ha fatto una promessa: se il Governo di Matteo Renzi gli ridurrà l’indennità, si dimetterà. Per la cronaca, il numero uno delle Ferrovie italiane, ogni anno, si porta a casa 800 mila euro circa lordi. Ciò significa che il netto che mette all’incasso dovrebbe aggirarsi tra 300 mila e 350 mila euro. A conti fatti, Moretti dovrebbe guadagnare circa 30 mila euro al mese. Noi, in questa fase, non gli diamo il voto: preferiamo attendere gli eventi. Se il Governo Renzi gli ridurrà l’indennità e lui si dimetterà, noi – per premiare la sua coerenza – gli metteremo un bel 9. Viceversa, se il Governo gli ridurrà l’indennità e lui resterà al suo posto gli appiopperemo un 1 meno meno. Se la sua indennità non verrà ridotta il voto lo daremo al Governo Renzi…

 

SANITA’: LO STATO DEVE UN SACCO DI SOLDI ALLA SICILIA! 

SERGIO TRANCREDI – Merita una piacevole citazione il lavoro fatto dal parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle, Sergio Tancredi. Il deputato grillino ha studiato la Finanziaria nazionale del 2007. E ha tirato fuori la storia, che Roma fa finta di dimenticare, sulla spesa sanitaria. O meglio, sulla quota di compartecipazione della Regione siciliana alla spesa sanitaria, passata dal 42 per cento circa al 49,11 per cento. In cambio lo Stato avrebbe dovuto riconoscere alla Regione una quota delle accise sui consumi di idrocarburi. Ma lo Stato si guarda bene dal riconoscere queste somme alla Sicilia. Arretrati che, al 31 dicembre 2012 – ha calcolato Sergio Tancredi – ammontano a circa 600 milioni di euro. Soldi che Roma ha depredato alla nostra Regione. Ora l’onorevole Tancredi dovrebbe scoprire come lo Stato ci ha fregato questi soldi. L’ha fatto tramite la Conferenza Stato-Regione che non ha mai ratificato quanto previsto dalla Finanziaria nazionale 2007. Tocca ora al parlamentare grillino proseguire questa battaglia autonomista. Intanto noi per il lavoro che ha fatto gli diamo un bel 7 e mezzo.

 

L’UOMO-MUTUO DEL NUOVO CENTRODESTRA SICULO

NINO D’ASERO – Di tutt’altro tenore la battaglia politica condotta dal capogruppo del Nuovo centrodestra democratico all’Ars, Nino D’Asero. Che dopo che l’Aula ha ripetutamente respinto il mutuo ‘ascaro’ da quasi un miliardo di euro, che la Regione siciliana dovrebbe contrarre per pagare improbabili debiti, si ostina a riproporlo. Provando a indorarlo con lo ‘zuccherino’ dell’applicazione, molto presunta, da parte dello Stato, degli articoli 36 e 38 dello Statuto. Ora, a parte il fatto che lo Stato gli articoli 36 e 38 dello Statuto dovrebbe applicarli a prescindere dal mutuo, l’onorevole D’Asero finge di non capire che una Pubblica Amministrazione non si può indebitare per pagare altri debiti. Questa storia del mutuo da quasi un miliardo di euro è solo un volgare imbroglio con un tasso improponibile. E poi, onorevole D’Asero, non le sembra un po’ strano questo mutuo da quasi un miliardo di euro da far contrarre alla Regione in campagna elettorale? A chi e a che cosa dovrebbero servire questi soldi? Perché cosa e per chi le famiglie e le imprese siciliana dovrebbero pagare Irpef e Irap maggiorate per trent’anni? Eh già, perché questo mutuo lo pagherebbero i cittadini siciliani! La verità è che l’onorevole D’Asero non riesce proprio a fare gli interessi della Sicilia. Per lui un 2+.

 

LA CANCELLIERA TEDESCA? CHIAMALA FISSA…

ANGELA MERKEL – Ma quanto è furba la Cancelliera tedesca! Di recente ha ricevuto il nostro nuovo Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Gli ha fatto tanti complimenti. Gli ha detto che le sue riforme saranno di certo un toccasana per l’Italia (anche se non sa nemmeno di quali riforma si tratterebbe). Ha aggiunto che, finalmente, l’Italia è sulla strada giusta. Dopo tutti questi ringraziamenti ha aggiunto una postilla che tv e giornali italiani hanno riportato appena, come se si trattasse di un dettaglio quasi insignificante: “L’importante – ha detto la signora Merkel – è che l’Italia rispetti il Fiscal Compact”. Minchia: e niente ha detto. Per la bella faccia della signora Merkel il nostro Paese dovrebbe pagare 50 miliardi di euro a un’Unione europea di ‘banditi’. E dove dovrebbe trovarli l’Italia 50 miliardi all’anno per i prossimi vent’anni? Strano, no, che i giornali che hanno magnificato tanto l’incontro tra la Cancelliera tedesca e Renzi non si siano posti questa semplice domanda? Pensate: se l’Imu di Monti, equivalente a un nono o un ottavo del Fiscal Compact ha messo in seria difficoltà milioni di famiglie italiane, che cosa succederebbe se, da quest’anno, come predica la signora Merkel, ci chiederebbero di pagare, subito, 50 miliardi di euro? Ce n’è abbastanza per organizzare, di premura, il referendum per uscire da quest’euro di truffatori. Noi intanto rifiliamo alla Merkel uno zero.

 

 

Giulio Ambrosetti

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