«È mai possibile che non si possa fare affidamento su un ospedale pubblico?». Vincenzo è sconfortato. Ha 35 anni e pochi giorni fa suo padre, 69 anni, cardiopatico, ha ricevuto una telefonata dal reparto di Cardiologia del Policlinico di via Santa Sofia. «Gli hanno comunicato che la sua visita, che era prevista per inizio settimana, era stata annullata. Perché, gli hanno detto, in reparto non fanno più attività ambulatoriali di questo genere». Cioè quelle di «primo livello», vale a dire utili per la diagnosi e per i controlli più semplici. Che niente hanno a che vedere con il «secondo livello», che definisce esami approfonditi e complessi. Il cambiamento di indirizzo del reparto, diretto dal professore Corrado Tamburino, è avvenuto la scorsa settimana: impossibile, fanno sapere dal Policlinico, gestire tutte le visite che si facevano in precedenza e i flussi che arrivano dal pronto soccorso inaugurato a novembre. «Troppi pazienti, siamo pieni», continuano.
«Negli ultimi dieci anni – prosegue il racconto di Vincenzo – mio padre è sempre stato seguito in ospedale». Prima al Ferrarotto, da poco meno di un anno – con il trasferimento dei reparti al Policlinico. Dove deve recarsi a intervalli regolari per verificare che la sua cardiopatia sia sotto controllo. «Fino a questo momento non abbiamo avuto problemi – aggiunge – Poi è arrivata la telefonata e l’invito a rivolgerci agli ambulatori convenzionati». Cioè strutture private che lavorano per conto dell’Asp di Catania. In tutta la provincia, in totale, sono 22. Ai quali è possibile accedere prenotando tramite il numero verde. «È un po’ complicato, però, trovare strutture in cui le liste d’attesa non siano, per forza di cose, più lunghe rispetto all’appuntamento che avevamo già preso. Senza considerare che, dopo dieci anni, i medici dell’ospedale conoscono bene la situazione di mio padre. Non sto dicendo che sia un problema insormontabile, solo che non ci è stato spiegato il perché». A tentare di telefonare a Cardiologia per avere spiegazioni, poi, ci si scontra con una rubrica non aggiornata sul sito ufficiale: i numeri presenti sulla pagina dedicata sono ormai disattivati. E dovrebbero essere sostituiti con le nuove utenze telefoniche.
«Tutto ciò che è primo livello va fatto sul territorio», replica a MeridioNews Antonio Lazzara, direttore sanitario del Policlinico. Laddove per «territorio» si intendono, appunto, le cliniche e gli ambulatori che con l’Azienda sanitaria provinciale hanno una convenzione. «È inutile oberare gli ospedali con visite ed esami che non necessitano del livello di specializzazione dei reparti – sostiene – Noi garantiamo l’attività ambulatoriale nel caso di pazienti gravi o di esami disposti dagli specialisti, non possiamo occuparci anche della prima fase dell’assistenza». Anche perché, dice il personale dell’ospedale, le forze sono quelle che sono e il personale in servizio non riesce a fare tutto. «Non c’è una direttiva regionale a proposito delle visite di primo e secondo livello – interviene Mario La Rocca, dirigente regionale dell’assessorato alla Salute – semplicemente, il nostro indirizzo è quello di riportare l’attività degli ospedali ai setting corretti».
Un ritorno ai «setting» accelerato dal flusso di pazienti che arriva dal reparto di emergenza di via Santa Sofia, e che certamente non è paragonabile a quello che veniva gestito in assenza del pronto soccorso. «Se, fino a qualche tempo fa, il nostro reparto si occupava anche del primo livello era esclusivamente perché si offriva una possibilità in più ai pazienti – aggiunge Lazzara – È chiaro che, nel momento in cui c’è un picco di utenza, è necessario ottimizzare il servizio e garantire la piena funzionalità a chi si occupa di emergenza». «E così noi dobbiamo andare a rivolgerci ai privati, anche se convenzionati», sospira Vincenzo. L’elenco degli ambulatori di Cardiologia convenzionati con l’Asp di Catania, suggeriscono dal Policlinico, è online sul sito del sindacato dei medici accreditati: è stato pubblicato lo scorso 19 febbraio, pochi giorni prima che i pazienti venissero avvisati dell’annullamento delle visite.
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