Policlinico premia chi è più esposto a rischi da Covid «Anche gli amministrativi? Sono saltato dalla sedia»

La direzione generale dell’azienda ospedaliera Policlinico Vittorio Emanuele di Catania ha deciso di quantificare una «valorizzazione economica» per diverse categorie di dipendenti impegnati durante l’emergenza da coronavirus. Le aree individuate sono le unità operative di Malattie infettive, Medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza, Radiologia, Anestesia e Rianimazione e i laboratori di analisi. In aggiunta a infermieri, tecnici di laboratorio e di radiologia e Oss-Ass, almeno in una prima stesura della nota, compariva anche il personale del comparto dell’area amministrativa e tecnica

«Appena ho letto la suddivisione economica sono saltato dalla sedia», ammette a MeridioNews il segretario territoriale del sindacato Nursid Salvo Vaccaro. Come si legge nel documento, infatti, si tratta di un «riconoscimento della più intensa responsabilità/impegno e della maggiore esposizione al rischio da contagio da Covid-19, con una valorizzazione premiante». In pratica, una cifra in aggiunta al normale pagamento delle ore di lavoro straordinario effettivamente svolte. 

Nello specifico, sarebbero 50 euro in più all’ora per il personale con qualifica di collaboratore professionale sanitario-infermiere impiegato nelle operazioni di trasferimento in ambulanza dei pazienti con patologia sospetta o accertata da Covid-19. Per il personale con la qualifica di Oss-Ass l’aggiunta è di 80 euro per singolo turno di servizio (sia diurno che notturno). Per i collaboratori professionali sanitario-infermieri, i tecnici di laboratorio e di radiologia la valorizzazione aggiuntiva per ogni turno di servizio destinato all’emergenza coronavirus è di 120 euro. In questo riconoscimento economico sarebbe rientrato anche il personale del comparto dell’area amministrativa e tecnica: per loro sul banco ci sono 100 euro in più per ogni singola giornata lavorativa. Nella nota inviata dal direttore generale Giampiero Bonaccorsi, si specifica inoltre che «tale incentivo verrà riconosciuto al personale interessato fino a esaurimento delle somme disponibili». 

«Dopo essere saltato dalla sedia, mi sono seduto di nuovo e ho contattato la direzione generale per avere dei chiarimenti – spiega Vaccaro – Subito mi hanno garantito che il personale impiegato negli uffici non riceverà nessuna premialità». Anche perché, se tutto fosse rimasto com’era, a conti fatti (secondo la durata dei turni di lavoro) un amministrativo avrebbe avuto un premio maggiore di un infermiere. Un riconoscimento che resta, invece, riservato alle categorie impegnate direttamente nell’affrontare l’emergenza coronavirus. Tanto che una nota esplicativa da parte dell’azienda ospedaliera non ha tardato ad arrivare. «Il personale sanitario e tecnico/sanitario che beneficerà delle quote incentivanti è esclusivamente quello assegnato ai reparti destinati a prestare attivamente assistenza a pazienti Covid-19». 

«L’accordo di per sé è un riconoscimento importante per chi sta vivendo in trincea questa pandemia – sottolinea il sindacalista – ma bisognerà trovare un modo per impegnarsi anche per i reparti non Covid che sono impegnati in prima linea e vanno comunque incontro a dei rischi». Su questo anche il Nursid sta lavorando per trovare una modalità di riconoscimento adeguato. «Solo per fare un esempio – dice Vaccaro – se arriva un paziente con un infarto in corso, viene ricoverato in Cardiologia. C’è l’ipotesi che sviluppi i sintomi del coronavirus quando è già in reparto. In quel caso – conclude – tutto il personale sarebbe a stretto contatto con lui e senza avere in dotazione i dispositivi di protezione individuale adeguati». 

Marta Silvestre

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