Plesso Borgese, c’è ancora incertezza sul trasferimento Domani incontro all’Asp. Dirigente: «Scuola resti unita»

Siamo ormai agli sgoccioli prima dell’inizio del nuovo anno scolastico e ancora le famiglie degli studenti della scuola media statale Borgese di Partanna Mondello non sanno dove dovranno mandare a studiare i propri figli. La decisione di spostare le aule dal plesso Cerere è arrivata a gennaio dopo la notizia, giunta in via informale, dello sfratto da parte dei proprietari, i padri vocazionisti. Inoltre sull’edificio grava il rischio di incolumità per chi la frequenta dato che l’area è stata dichiarata R4, a elevato rischio di dissesto idrogeologico da parte della Regione. Sono varie le ipotesi sul tavolo del Comune, che sta lavorando in sinergia con la Città Metropolitana e la buona notizia è che finalmente «è stato definito il percorso che vedrà indicato, entro i primi giorni della prossima settimana, il nuovo spazio che accoglierà le classi della scuola Borgese». Al momento sussiste l’ipotesi che le 17 classi dovrebbero essere ospitate presso la ex Salvemini di via dell’Olimpo ma c’è anche il rischio che l’istituto non possa accogliere tutte le sezioni, che invece potrebbero essere spostate al Majorana, a San Lorenzo, o alla scuola di via Santocanale.  

Domani è previsto un ulteriore incontro all’Asp di via Mariano Stabile che potrebbe fare chiarezza almeno su questo punto. «Sarà presentato il progetto in deroga per ospitare il numero maggiore di classi in via dell’Olimpo – spiega la dirigente scolastica della Borgese Giusy Di Blasi – restiamo in attesa delle soluzioni prospettate dall’Asp. Ovviamente sia noi che la nostra utenza auspichiamo che la scuola venga lasciata unita nella sua composizione e che si evitino frammentazioni e smembramenti, anche perché questo implicherebbe un dispendio di risorse e di personale. Speriamo che si riesca a trovare una soluzione in grado di mantenere l’unitarietà del plesso Cerere e rispettare il principio di territorialità e che questa apertura, ovvero il fatto che l’ex Salvemini possa ospitare la Borgese si trasformi da una parzialità a una totalità delle classi, cosa che al momento non è così». 

Ma non c’è soltanto poca chiarezza sulla destinazione ma anche sulle cause che in via definitiva hanno portato alla decisione di spostare gli studenti. «A noi non risulta che il plesso Cerere sia ufficialmente chiuso – aggiunge Di Blasi – non ci risulta da nessun atto formale. Da febbraio si è ragionato in termini di possibilità che questo possa accadere ma ancora non sappiamo come sarà risolto. Spero che si risolva favorevolmente. Tenere unite le sezioni sarebbe una soluzione migliore per l’utenza, proveniente da Partanna Mondello e Valdesi. Il fatto di dividerle e trasferirle a San Lorenzo è stato un fatto escluso dalle prime riunioni con i genitori e abbiamo fatto presente all’amministrazione comunale che avremmo incontrato la resistenze delle famiglie». 

Ormai però non c’è più tempo: «Abbiamo aspettato la posizione ufficiale dell’assessorato ma non sono state date notizie certe perché la loro decisione dipende da quella di altri – sottolinea ancora la professoressa -. Domani sarà presentato il progetto e cercheremo di accelerare i tempi. La difficoltà maggiore è capire se tutti gli spazi sono idonei alla creazione delle classi, tenuto conto delle nuove linee guida dell’assessore Razza. Alcuni hanno l’affaccio sullo spazio esterno, altri ce l’hanno ridotto e bisogna capire se i metri sono sufficienti. Manca poco all’inizio dell’anno scolastico e ci rammarica questo ritardo. Ne parliamo dal mese di febbraio. Speriamo che in questa settimana riusciremo ad avere maggiori certezze, anche perché c’è la necessità di programmare l’inizio dell’anno e i genitori devono sapere dove i loro figli dovranno avere garantito il loro diritto sacrosanto allo studio. Auspico una rapida soluzione anche per scongiurare il doppio turno». 

Una preoccupazione condivisa anche dal Comitato genitori scuola Borgese: «Anche noi siamo poco informati sulle possibili soluzioni. Nel 2017 avevamo individuato il Salvemini per spostare le aule, quando non c’era ancora il Majorana, ma si fecero scelte diverse. Una alternativa potevano essere i locali attigui al Conca d’Oro , che non avrebbe comportato nessuna spesa in più in carico per il Comune. Si parla di utilizzare alcuni spazi all’ex Salvemini e portare una parte delle aule in via Astorino al Majorana ma sono notizie ufficiose che non ci permettono nemmeno di muoverci. Mancano pochi giorni prima dell’inizio dell’anno, la Borgese va sgombrata e finora non sappiamo nemmeno dove. Da quando, nel 2017, ci siamo resi conto del rischio idrogeologico con possibile perdita di vite umane, la maggior parte dei genitori ha iscritto il proprio figlio in un’altra scuola fuori dalla circoscrizione ma c’è chi non ha la possibilità di farlo. Infine a giugno è stato chiuso il plesso». 

Sul fronte delle soluzioni, si diceva, le notizie sono frammentarie. Venerdì il Comune ha fatto sapere che, al termine di una serie di incontri sotto il coordinamento dell’assessora alla scuola Giovanna Marano, la Città Metropolitana (locataria dei locali dell’ex Salvemini) l’Amministrazione Comunale e l’Ufficio Scolastico Regionale e territoriale avevano definito il percorso «che vedrà indicato, entro i primi giorni della prossima settimana, il nuovo spazio che accoglierà le classi della scuola Borgese». Per la Marano, il lavoro in sinergia tra istituzioni locali e istituzioni scolastiche sta producendo un risultato «rispettoso del diritto alla territorialità per numerose famiglie, in una zona molto carente di edifici destinati all’uso scolastico». E dal canto suo il sindaco Leoluca Orlando si era affrettato a sottolineare che «il protocollo sottoscritto da Città Metropolitana e Comune di Palermo proprio per un più efficiente utilizzo degli edifici scolastici si sta rivelando un utile strumento per venire incontro alle necessità della comunità, anche in situazioni complicate come questa».

Ma i nodi al pettine restano molti, come precisa anche la consigliera comunale Giulia Argiroffi, che si è occupata della vicenda anche in qualità di membro della Commissione Urbanistica: «Ci si è ridotti a dieci giorni dall’apertura delle scuole quando è un problema più che noto. Si deve assicurare la possibilità di andare a scuola nel territorio. Nel 2017, quando le famiglie si sono riunite in comitato e hanno chiesto che venisse affrontata la questione, raccogliendo anche 1200 firme, avevano ottenuto un incontro con l’assessora di allora e avuto rassicurazioni in merito che non sono state rispettate. Non solo: per realizzare il polo scolastico Nord in via Venere serviranno, ad essere ottimisti, almeno dieci anni. A giugno avevamo individuato una soluzione possibile al Conca d’oro, nell’edificio concesso per dieci anni in uso al Comune, periodo che tra l’altro combacia con la realizzazione del polo nord, ma i tecnici hanno dato parere negativo senza fornire ulteriori spiegazioni».

Anche l’associazione Aiace ha sostenuto e rappresentato il problema anche in commissione urbanistica, «circa l’urgenza – spiega il presidente Eduardo Marchiano – della realizzazione delle infrastrutture tra cui le aule inserite nel piano triennale, da realizzare nel nostro territorio e precisamente tra via Marinai Alliata e via Venere, a fianco la scuola elementare Rosario Gregorio di Valdesi. Un provvedimento preso proprio per la carenza di edifici e di aule come previsto nel piano di recupero dell’edilizia scolastico. Istanze e denunce fatte ad amministrazione comunale e politica, da noi cittadini, comitati e associazioni mai ascoltate o risolte in maniera goffa e approssimata. Speriamo che presto possa invece realizzarsi questo nuovo plesso e nell’attesa attendiamo questa ulteriore soluzione del Comune».

Stefania Brusca

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