«Non succedeva da 35 anni, cioè da quando i lidi hanno occupato l’intero litorale della Playa catanese. Ma adesso anche le tartarughe si stanno adeguano alla convivenza con l’uomo». Come la femmina di Caretta caretta la tartaruga marina più comune del Mediterraneo che ha scelto la spiaggia del lido etneo Le Palme per deporre le sue uova. Un ritrovamento importante, tanto più che «negli ultimi anni si è assistito a una loro drastica riduzione», spiega Grazia Muscianisi, volontaria del Centro recupero fauna selvatica di Catania. Colpa della pesca selvaggia, soprattutto in passato, e dell’inciviltà dell’uomo. Tra un mese circa, però, quarantacinque nuovi tartarughini se tutto andrà bene raggiungeranno il mare.
La scoperta è stata fatta tre giorni fa dal personale del lido, durante le operazioni di pulizia mattutine. «Hanno riconosciuto subito il nido con le uova continua Muscianisi Perché la mamma era stata vista gironzolare per la spiaggia una settimana fa». Un giro di ricognizione prima di decidere il luogo della covata. Purtroppo non proprio azzeccato: «Sulla battigia, a pochi centimetri dal mare racconta la volontaria Forse perché la tartaruga aveva difficoltà ad andare avanti oppure perché è stata spaventata da qualcosa». Secondo i volontari, le onde avrebbero potuto portare via un cinquanta per cento delle uova.
Grandi come una pallina da ping pong, ne sono state ritrovate quarantacinque. «Ma una caretta caretta depone 100-120 uova alla volta». Un gran numero di prole, che però si fa attendere parecchio. «Una femmina depone a partire dai 30-40 anni in poi spiega Muscianisi e vive, se la fortuna la assiste, fino a 70-80 anni». Una vita longeva messa sempre più a repentaglio dall’uomo. Dai pescatori, soprattutto in passato, che le catturavano per cucinarle. Dalle reti da pesca e dall’inquinamento oggi. «Le tartarughe marine non sono pesci, hanno i polmoni come noi e respirano fuori dall’acqua. Se impigliate nelle reti, non riescono a salire a galla». Oppure alla Caretta caretta può capitare di scambiare un sacchetto o una bottiglia di plastica per una medusa «di cui sono ghiotte». Materiale gettato con noncuranza dall’uomo ma letale per gli animali.
Più fortunata è stata la mamma tartaruga della Playa. Forse catanese anche lei. «Non sappiamo se sia una coincidenza, ma le femmine hanno una memoria eccezionale racconta Muscianisi Se possono, vanno a deporre nel luogo dove sono nate». Marca liotro o no, la Caretta caretta è stata fortunata: il lido Le Palme, scelto per la sua covata, è proprio una delle postazioni del centro recupero fauna selvatica per gli avvistamenti di spiaggiamenti e arrivo degli animali e le eventuali liberazioni. Le uova rimarranno lì, controllate dal personale e dai volontari, aiutati da un sistema di videosorveglianza. «Le abbiamo allontanate dalle onde, ma non troppo. I tartarughini sono indipendenti da subito e, se non trovassero con facilità il corridoio per il mare, si perderebbero sulla spiaggia». Nasceranno a metà, massimo fine settembre. Appena dopo l’affollata stagione estiva. «Con la tranquillità e il silenzio necessari».
[Foto di murilocardoso]
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