Pizzo’? “No, grazie”. Parola di Natale Giunta

“Tutto è iniziato esattamente un anno fa, quando il mio assistito, Natale Giunta, ha cominciato a ricevere le prime minacce dai suoi estorsori. In seguito, dopo l’ennesima richiesta di denaro, ha trovato il coraggio di denunciare i suoi aguzzini ai magistrati”.

Così ci racconta Stefano Giordano (nella foto a destra), legale dello chef Natale Giunta (nella foto sotto, a sinistra, tratta da lavoceweb.com), a poche ore dall’arresto dei quattro malviventi che volevano costringere Natale Giunta a pagare il ‘pizzo’. Soldi che sarebbero dovuto servire al sostentamento delle famiglie dei detenuti.

Le manette sono scattate per i quattro uomini che dovranno rispondere di estorsione aggravata dalle finalità mafiose. Sono Antonino Ciresi, 70 anni; Maurizio Lucchese, 50 anni; Alfredo Perricone, 42 anni; e Giuseppe Battaglia, 41 anni. Nei loro confronti il Gip, accogliendo la richiesta del procuratore aggiunto, Leonardo Agueci, e dei sostituti, Francesca Mazzocco e Caterina Malagoli, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare.

“Tutto è iniziato nel marzo dello scorso, quando il mio assistito – ci racconta l’avvocato Stefano Giordano – viene avvicinato per la prima volta dai malviventi. Gli rimproverano di aver aperto l’attività senza chiedere la preventiva autorizzazione a Cosa nostra”. Per rimediare allo ‘sgarro’, Natale Giunta avrebbe dovuto pagare 4000 euro, di cui 2000 a Pasqua e 2000 a Natale”.

“Da quanto emerso dalle intercettazioni – continua l’avvocato Giordano – gli aguzzini avevano un piano ben preciso fatto di minacce: ‘Mettiti a posto, un fare u sbirru picchi ti finisci mali’, gli dicevano” (Traduzione per i non siciliani: Mettiti a posto, non fare il poliziotto perché altrimenti ti finisce male. Qua dentro non verrà più nessuno… 2000 euro a Pasqua e 2000 a Natale).

Inoltre, gli estorsori avrebbero promesso a Giunta la “serenità” in cambio del pagamento: “Se fai quello che ti diciamo avrai la pace. Per pace, intendiamo la pace assoluta e ti levi questo pensiero”. Queste le frasi intimidatorie intercettate.

“In caso di mancato pagamento – dice ancora l’avvocato Giordano – sarebbero passatiti alle maniere forti. Gli dicevano: Qua dentro non verrà più nessuno perché praticamente siamo d’accordo tutti” .

Ma Natale Giunta non è stato al loro gioco. Da quel momento per l’imprenditore la vita diventa impossibile: biglietti intimidatori, avvisi poco raccomandabili, due danneggiamenti al locale e poi una tanica di benzina fatta trovare all’esterno del ristorante.

Da quell’inferno, il coraggio di Natale Giunta di denunciare i suoi persecutori. E infine l’arresto, oggi, dei quattro malviventi.

“Stamattina ho visto il mio cliente molto sereno – ci dice ancora l’avvocato Stefano Giordano -. Ora che l’operazione dei Carabinieri, conclusasi con l’arresto, è andata a buon fine, confida nella Giustizia. Ringrazia i Carabinieri e la magistratura per aver svolto quest’operazione ed è riconoscente a tutte le persone che in questi mesi l’hanno aiutato e spinto a denunciare, come Confindustria Palermo e l’associazione antiracket Libero Futuro”.

“Eravamo tutti consapevoli dei rischi che questa scelta poteva comportare – aggiunge il legale del noto chef -. E’ stato un lungo calvario, seguito da diversi episodi intimidatori che il mio cliente riferiva puntualmente ai Carabinieri, sempre attivi nel monitorare la questione dal primo giorno della denuncia”.

“Era l’unica scelta che potesse fare – conclude Giordano – e, per questo, Natale Giunta è tranquillo e sicuro del suo operato. Inoltre ha sempre ritenuto cosa valida e unica via di salvezza denunciare i fatti all’autorità giudiziaria, unico modo per poterne uscire e per potersi liberare dai suoi persecutori”.

 

Redazione

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