La polizia ha tratto in arresto, per il reato di atti persecutori, un 66enne palermitano, pensionato del quartiere Capo che nei giorni scorsi si è reso responsabile di una baraonda scatenata all’interno di una filiale delle Poste del centro cittadino. L’uomo, come ricostruito dai poliziotti del commissariato Centro che hanno svolto le indagini, qualche giorno orsono, aveva avviato alcune pratiche per la rimodulazione di un finanziamento curate da un’addetta della filiale postale.
A distanza di pochi giorni, a causa di alcune problematiche che erano nate in ordine alla sua pratica, l’uomo, ritenendosi penalizzato, nonostante i chiarimenti e le puntuali informazioni fornitegli dall’istituto, più volte si era recato nei locali dell’ufficio postale e in presenza di clienti ed impiegati, aveva inveito all’indirizzo dell’addetta al finanziamento colpevole a suo dire di averlo truffato. In una di queste incursioni il 66enne aveva addirittura promesso di bruciare l’ufficio postale.
Tale incalzante pressione, esercitata senza timore dei numerosi presenti, aveva minato la serenità dell’impiegata, in una circostanza addirittura raggiunta dalle minacce dell’uomo persino a casa, fuori dall’orario di lavoro, attraverso un social network e minacciata di essere sfregiata con l’acido. Il giorno scelto dall’uomo per dar corso ai propositi criminali minacciati è stato lo scorso 22 ottobre: in quella data l’uomo ha fatto ingresso nell’ufficio postale munito di una bottiglia di acido muriatico ed ha chiesto a gran voce di parlare con la dipendente già presa di mira. E’ stata in quelle fasi che è stato fatto scattare l’allarme dai dipendenti e dalla responsabile della struttura.
Personale delle volanti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico è, pertanto, piombato in pochi attimi dentro l’ufficio postale, ha bloccato e reso inoffensivo il 66enne e ha recuperato la bottiglia contenente acido muriatico. L’uomo è stato tratto in arresto in flagranza per il reato di atti persecutori e, dopo le formalità di rito, condotto presso il carcere Pagliarelli.
(Fonte: Questura di Palermo)
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