Piero Aiello, da poliziotto a dirigente della Multiservizi, poi licenziato

Piero Aiello è un personaggio piuttosto conosciuto. Nella vita faceva il poliziotto. E’ stato per quindici anni segretario particolare di padre Ennio Pintacuda, anche quando il gesuita è stato ai vertici del Cerisdi. Ha lavorato presso il gabinetto dell’ex presidente della Regione siciliana, Totò Cuffaro. Quindi vice presidente dell’Ambulatorio Antiusura di Palermo. Poi nel gabinetto dell’ex assessore regionale al Lavoro e la Famiglia, Andrea Piraino (in posizione di comando dalla Polizia di Stato).

Da assistente della Polizia di Stato è diventato dirigente di una società regionale, Multiservizi. In seguito alla decisione del Governo regionale, il personale della Multiservizi e di un’altra società, Biosphera, è stato trasferito nella nuova società, la Servizi Ausiliari Sicilia. Da questa società è stato tagliato fuori..

Abbiamo chiesto a Piero Aiello di raccontare la sua storia.

 

Allora, che succede?

“Cominciamo dal 2008, quando ho vinto una selezione pubblica per dirigente presso la società Multiservizi Spa, società al 100% della Regione siciliana. Da allora, forse perché provenivo dalla Polizia, o perché non ero gradito per altre ragioni, la Multiservizi ha fatto di tutto per non immettermi in servizio, dando luogo ad un contenzioso. Si figuri che ha richiesto un parere all’Ufficio Legislativo e Legale e lo stesso ha scritto che la selezione si era chiusa prima del blocco delle assunzioni e consigliava la chiusura del contenzioso con la mia assunzione. Non contenti hanno richiesto un ulteriore parere alla Segreteria generale della Presidenza della Regione che si pronunciava nello stesso modo”.

E poi?

“Innanzi al giudice del Lavoro, alla vigilia della sentenza, che mi avrebbe immesso coattivamente in servizio, la Multiservizi è addivenuta ad una transazione e dal 1 dicembre 2011 sono stato assunto. Per farlo, con mia grande amarezza, mi sono dovuto dimettere dalla Polizia di Stato, dove ho prestato servizio per 15 anni”.

Da poliziotto a dirigente di una società regionale. Un bel passo avanti.

“Sì, in termini di carriera forse un passo avanti. Quando, però, la Polizia la porti nel cuore è difficile togliersi una divisa. Poi pensi alla famiglia, ai figli, e con sofferenza e grandi aspettative decidi di farlo, sapendo che la nostalgia ti perseguiterà per tutta la vita”.

Ora è passato un anno?

“Un anno ricco di soddisfazioni. Ho avuto modo di conoscere i miei colleghi dell’ufficio e ho trovato delle belle intelligenze, delle professionalità e una straordinaria dedizione al lavoro, che pensi di non trovare in una struttura della Regione. Insieme abbiamo attuato e dato corso alla legge Chinnici, creando un database per la massima trasparenza amministrativa, rendendo la Multiservizi una società di cristallo. Entro 60 giorni ogni richiesta trovava una risposta”.

Una società modello?

“Sicuramente per il modello organizzativo. Poi, per carità, qualche scansa fatiche si trova sempre, ma non sono mancati i provvedimenti disciplinari, con i quali si è affermato un clima di assoluto rispetto delle regole. In altri casi ho dovuto adottare dei provvedimenti ancora più gravi”.

A cosa si riferisce?

“Mi riferisco al mio primo atto, accolto con interesse dalla liquidatrice della società (mi permetto di dire una donna con gli attributi). Si è trattato del licenziamento in tronco (a norma dell’art 76, lettera e del Contratto Collettivo dei Dipendenti Regionali) di due dipendenti condannati in primo e secondo grado per associazione mafiosa ed estorsione. E’ questo il primo caso nella storia della Regione siciliana, ove solo in casi rari e comunque mai prima di una sentenza passata in giudicato si era licenziato qualcuno. Ricordo che quando sono entrato nel carcere di ‘Pagliarelli’ per la notifica gli agenti mi hanno chiesta: ma lei è sicuro che si tratta di dipendenti della Regione? Ho spiegato che non si può consentire che dipendenti pubblici che si macchiano di tali reati possano essere pagati con i soldi dei contribuenti che pagano le tasse. Gli stessi agenti mi hanno un caffè e mi hanno dimostrato tutta la loro ammirazione”.

E poi cosa ha fatto?

“Ho avviato rapporti con gli inquirenti per perseguire l’assenteismo ed il doppio lavoro, che spesso è la causa stessa dell’assenteismo”.

Torniamo alla Multiservizi.

“La società è stata posta in liquidazione il 6 settembre 2011 ed è stato previsto il trasferimento del personale alla nuova società Servizi Ausiliari Sicilia (SAS) società consortile, nata dalla trasformazione della Beni Culturali Spa. Stranamente, però, non viene seguita questa procedura, ma la procedura prevista dalla legge 223 del 1991 del licenziamento collettivo e la riassunzione. Ho chiesto quindi dei ‘lumi’ al consulente legale incaricato sulle ragioni di tale scelta e mi è stato risposto che questa procedura era finalizzata a eliminare il contenzioso aziendale dei dipendenti. Ho continuato a contestare questa scelta, specificando che la nuova società, stipulando i nuovi contratti di servizio con gli stessi enti che avevano con la Multiservizi (quindi una vera e propria cessione) si sarebbe portata dietro tutto il contenzioso. Così è successo, ma visto che era una scelta non dipendente dalla mia volontà l’ho dovuta subire. Figuratevi che i dipendenti oggi SAS continuano a fare uso delle attrezzature della Multiservizi, malgrado avessimo trasmesso alla SAS per tempo l’elenco delle attrezzature da acquistare. Da ciò che mi riferiscono i dipendenti, ad oggi continuano ad usare quella della Multiservizi, L’anomalia continua e tutte le attività di avvio della nuova società sono state eseguite dal Managment della Multiservizi quali la creazione del business plain e la stesura dei contratti di servizio e via continuando, Inoltre ricordo che siamo stati richiesti dalla SAS in posizione di comando presso la nuova Società, oggi forse mi sono dato una spiegazione”.

Quale?

“Quella che passandola per una nuova assunzione il fascicolo personale muore nella vecchia e non si potrà più risalire a chi ha voluto e firmato quella assunzione”.

Che significa?

“Vede, ragionando da poliziotto ho scoperto che ci sono parenti di persone condannate in forma definitiva. Per carità, non è una colpa avere determinati parenti, ma mi piacerebbe capire di più. Vedete, questo non è un fenomeno solo della Multiservizi, ma sicuramente anche di altre società. Chissà che non sia questo il legame politica mafia”.

Parliamo della società.

“I vertici della nuova società hanno atteso a lungo fino a quando la Giunta regionale, tramite la delibera 247, ha disegnato la nuova società come una struttura di massima dimensione, un servizio e tre unità operative di base. Ma malgrado tutto la società stenta a partire. Il trasferimento del personale doveva avvenire entro il 30 giugno 2012, ma di proroga in proroga si arriva all’1 novembre 2012. Tutto questo tempo ha esposto i dipendenti al rischio usura, perché avendo una busta paga con la scritta ‘in liquidazione, nessuno poteva erogare finanziamenti in loro favore. Ricordo che un giorno mi venne a trovare una signora che, piangendo, mi disse che non poteva comprare il frigorifero perché non poteva stipulare nessun tipo di rateizzazione. Inoltre l’allungamento dei tempi ha portato ad un enorme esborso di soldi regionali: penso all’Iva che, con la Società Consortile, non sarebbe stata più pagata. Sicuramente la Corte dei Conti farà luce su questi continui ritardi”.

E allora?

“Sono felice per i dipendenti che finalmente, dopo estenuanti trattative, sono stati assunti. Anche se per la firma dei contratti sono stati lasciati sotto la pioggia. Un trattamento che non si meritavano. Avevamo proposto la firma del contratto a gruppi di trecento, anche per limitare eventuali disservizi, ma non siamo stati ascoltati e così più di mille persone si sono ritrovate sotto l’acqua per poi sentirsi rimandare di giorno in giorno. Come se ciò non fosse bastevole, sono stati profondamente penalizzati, creando disparità di trattamento. Questo darà vita a nuovo contenzioso. Spero che, data la mole del contenzioso, questa volta ci si affidi tramite apposita convenzione all’Avvocatura di Stato come hanno fatto altri enti. Sicuramente creerà un risparmio. Nel frattempo chiedevo notizie del mio contratto e venivo rimandato fino al colpo di scena”.

Quale?

“Il colpo di scena lo apprendo il 5 novembre 2011 quando, malgrado numerose richieste e risposte di chiarimenti, esce un parere richiesto stranamente ad un professionista, sicuramente pagando svariate migliaia di euro e non all’Ufficio Legislativo e Legale o all’Avvocatura dello Stato per il tramite dell’assessorato all’Economia, che lo avrebbe reso gratuitamente. In questo parere viene scritto: ‘Sembra doversi escludere dal diritto all’assunzione il dott. Pietro Aiello in quanto, come risulta dal verbale di conciliazione giudiziale del 5 ottobre 2011 davanti al Giudice del Lavoro …, egli è stato assunto in servizio con decorrenza 1 dicembre 2011 e quindi ben oltre il termine tassativamente previsto dall’art. 20, comma 6, della citata l.r. n. 11 del 2010. Ebbene, questo lo trovo estremamente anomalo”.

Cosa prevede questo articolo 20?

“L’art. 20 legge regionale numero 11 del 2010 prevede il riordino delle società a totale e maggioritaria partecipazione della Regione. Al comma 6 così recita: ‘Al fine di garantire il livello occupazionale, il personale delle società dismesse, in servizio alla data del 31 dicembre 2009 (entrata in vigore del blocco delle assunzioni) è trasferito nelle società risultanti alla fine del piano di riordino”. Ma come già affrontato all’atto della trattazione del mio contenzioso, lo stesso aveva origine ben prima dell’entrata in vigore del blocco delle assunzioni. Inoltre nel decreto dell’ex assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, n° 2333 del 23 novembre 2011, all’art 1, comma 3 si legge:’Sotto il profilo dell’assetto occupazionale, si rende necessario favorire attraverso la via transattiva la risoluzione dei contenziosi in atto esistenti alla data di pubblicazione sul sito istituzionale della Regione siciliana del decreto assessoriale 1720 del 28 settembre 2011…”. Quindi 28 settembre 2011. Il mio ricorso è del novembre 2009 e in ottemperanza anche ai decreti assessoriali 1733 e 2333 è stato chiuso il 5 ottobre 2011”.

Perché tutto questo visto che la sua posizione è chiara?

“Il mio operato ha dato sicuramente fastidio a qualcuno”.

A chi?

“Sicuramente a qualche politico o burocrate regionale o a qualche sindacato”.

E’ stato oggetto di minacce?

“Sì, ho regolarmente denunciato i fatti alla Polizia. Con il liquidatore della Società abbiamo anche incontrato il Procuratore della Repubblica di Palermo che, unitamente alla Polizia, si sono dimostrati molto attenti ed ho modo di ringraziarli”.

Ed ora?

“Continuo a lavorare serenamente alla liquidazione della Multiservizi. Ho già consegnato le carte al mio legale di Roma per procedere contro la SAS”.

Ha informato il Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, della vicenda?

“Ho tentato inviando due sms al suo addetto stampa ed al capo Segreteria tecnica. Ma ad oggi non ho avuto alcun riscontro. Capisco che per ora è molto impegnato, sono certo che quando avrà finito di esaminare la vicenda mi chiamerà”.

 

 

Redazione

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