Lui, la vittima è un negoziante che aveva deciso di ricominciare da zero, dopo aver scontato una pena detentiva, aprendo un negozio di detersivi nel quartiere Noce. Ma per farlo, non aveva chiesto l’autorizzazione né si era voluto mettere a posto. E quando gli esattori gli hanno chiesto trentamila euro, la sua risposta è stata negativa.
Poi la denuncia e in seguito la spedizione punitiva ai suoi danni. Il due novembre 2013. Lo hanno pestato in maniera violenta e con lui è stato massacrato anche il fidanzato della figlia che era corso in suo aiuto. Ricoverato in ospedale, c’è rimasto per circa due mesi per le ferite riportate alla testa e al volto. L’aggressione era stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza. In carcere sono così finiti Massimiliano Di Majo,che impugnava il martello usato per il pestaggio e Giuseppe Castelluccio, condannati a 16 anni con il rito abbreviato, Carlo Russo, Giovanni Buscemi, Marco Neri, Angelo De Stefano e Cherki El Ghana, attualmente imputati con rito ordinario.
La vittima al processo ha spiegato di essere stato accompagnato a una riunione con il presunto estorsore da Michele Sammaritano (indagato per favoreggiamento). Le difese degli imputati sostengono che quell’incontro non ci sarebbe mai stato perché dalle celle telefoniche non ci sarebbe un riscontro. Quando sembrava ormai avviato verso la sentenza, il processo agli imputati accusati a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione e tentato omicidio, ha subito una botta d’arresto con l’accompagnamento coattivo immediato – deciso dalla quinta sezione del Tribunale – di Sammaritano, dopo la nuova deposizione dell’imprenditore vittima dell’estorsione. Sammaritano si è però avvalso della facoltà di non rispondere. Il processo è stato rinviato all’undici febbraio per la prosecuzione della discussione delle difese.
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