Picanello, una donna è stata morsa da un randagio «In zona, oltre me, ci sono state altre due vittime»

«E se ci fosse stato un bambino al posto mio?». È la domanda che ripete ogni volta che si ferma nel racconto Lucia Mancino, 45 anni. La donna che poco dopo le 8 del mattino dello scorso 22 dicembre, mentre camminava in via Re Martino, nel quartiere Picanello, è stata aggredita da un cane randagio. Un morso dietro al ginocchio che ha strappato i jeans di Lucia e le ha provocato una profonda ferita. «Non ho mai avuto paura dei cani ma, adesso, appena ne vedo uno per strada mi vengono gli incubi anche se è al guinzaglio con il padrone – racconta a MeridioNews – Anche perché non sono l’unica a essere stata aggredita dai randagi della zona».

Durante la sua passeggiata mattutina per il quartiere, mentre parla al cellulare con una amica, la donna nota due cani. «Entrambi meticci e di grossa taglia. Uno era marrone e l’altro era bianco con le punte delle orecchie di un beige scuro. Quest’ultimo – spiega – è quello che improvvisamente mi ha morso». I due cani sono sul marciapiede, Lucia è sulla strada. Tra loro ci sono anche le auto parcheggiate. «Non hanno abbaiato, non hanno ringhiato – ricorda – Loro mi sono sembrati tranquilli e, quindi, anche io sono rimasta serena e ho continuato a camminare. Fino a quando mi sono sentita azzannare dietro il ginocchio».

A soccorrere Lucia e a chiamare l’ambulanza sono stati i dipendenti di un distributore di benzina che si trova nei paraggi. La donna viene portata all’ospedale Cannizzaro per essere medicata. Niente punti ma una prognosi di sette giorni. «Mi hanno subito fatto l’antitetanica e mi hanno prescritto una cura di antibiotici che sto ancora prendendo: con il morso di un cane, il rischio di infezioni è alto», dice. È quando va in farmacia che Lucia scopre di non essere la prima vittima del randagio. «Una delle dottoresse mi ha detto che quello stesso cane ha morso anche lei – riporta la donna – e che anche un’altra cliente le aveva raccontato la stessa disavventura». 

Ieri Lucia ha presentato una denuncia ai carabinieri. «Il randagismo è una questione che il Comune deve pensare a risolvere perché – conclude Lucia – io spero che non capiti a nessuno quello che è successo a me». Intanto, la direzione Politiche per l’ambiente, il verde e l’energia del Comune di Catania ha indetto una gara per l’affidamento del servizio di custodia e mantenimento in vita dei randagi tutelati nel ricovero per 45 giorni. I plichi saranno aperti nella tarda mattinata di domani. 

Marta Silvestre

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