Piazza S. M. Gesù, militanti presi a cinghiate «Non sappiamo chi è stato ma non ci fermiamo»

Piazza Santa Maria di Gesù trasformata per pochi minuti nel teatro di una rissa. Anzi, di un’aggressione. Che poteva sicuramente finire peggio se le vittime dell’attacco non avessero a loro volta risposto. È giovedì sera, e Le ragazze e i ragazzi della piazzetta, il gruppo di attivisti che da alcuni anni porta avanti iniziative culturali e politiche nel quartiere, stanno smontando i banchi con i libri del corso d’inglese gratuito che hanno organizzato quel giorno. Intorno alle 20.30, come raccontano, arrivano quattro persone a volto scoperto che brandiscono delle cinghie con la fibbia metallica. «Sono scesi dalla loro macchina e hanno iniziato a correre verso di noi – raccontano i militanti – Appena arrivati hanno iniziato a prenderci a colpi di cintura ma ci siamo difesi e, dopo poco tempo, li abbiamo fatti scappare». 

«Circa trenta secondi dopo la fuga – continuano – sono arrivate le macchine della polizia e due camionette militari che, dopo averci identificato, ci hanno chiesto cosa fosse successo». Nonostante le botte i ragazzi decidono però di non denunciare l’accaduto. «Abbiamo dichiarato la verità, di essere stati aggrediti da ignoti e di esserci difesi – precisano – Ci è dispiaciuto vedere la zona militarizzata, fatto che ha attirato l’attenzione di molti passanti, ma tutti sapranno, se non lo sanno già, che non siamo noi i responsabili». 

Secondo la ricostruzione di chi era lì quel giorno non è possibile identificare con sicurezza i colpevoli, né il motivo che li ha spinti ad agire. «Quello che è certo – aggiungono i ragazzi – è che evidentemente chi ha colpito non gradisce la nostra presenza in piazza e ha provato a intimidirci in questo modo. Tentativo che però è fallito. Non facciamo un passo indietro – spiegano – e non abbiamo nessuna intenzione di interrompere la nostra attività insieme alla gente del luogo». Durante lo scontro, fortunatamente, nessuno si è fatto male e i giovani sono rimasti illesi. A non aver la stessa fortuna le librerie costruite per esporre i testi per il corso di lingua. Che sono state distrutte volontariamente dagli aggressori prima di darsi alla fuga. 

Un gesto che il movimento definisce «uno sfizio di sana fessaggine». «La libreria verrà ricostruita e riposizionata, dieci, cento, mille volte – concludono – cosa che abbiamo fatto già da ieri sera, quando la piazzetta è diventata teatro a cielo aperto con lo spettacolo di Luciano Bruno». E aggiungono: «Come si può contrastare una tale forza prorompente alimentata dall’amicizia, dalla fratellanza e da un sentire comune?».

Mattia S. Gangi

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