Piazza Lanza, tagliati gli alberi attorno al carcere Multiservizi: «Richiesta nata da motivi di sicurezza»

«La capitozzatura vietata? Quando non ci sono motivi di sicurezza o incolumità pubblica». Questo il commento di Serana Spoto, la presidente di Multiservizi, dopo le polemiche sugli interventi effettuati dagli operai della partecipata del Comune agli alberi di via Gigi Macchi, una delle strade che costeggia il carcere di piazza Lanza a Catania. I tagli, particolarmente invasivi, hanno di fatto cancellato la piccola parte di verde presente lungo uno di due marciapiedi, dando il la a una polemica che è rimbalzata sui social network. «La Multiservizi non ha autonomia nella pianificazione, riceviamo gli ordini di servizio da parte della direzione Ambiente e agiamo da braccio operativo», dichiara a MeridioNews la presidente della società.

All’origine dell’intervento ci sarebbe una questione di sicurezza. «A chiedere un intervento è stata l’amministrazione del penitenziario etneo e il motivo è collegato alla necessità di togliere le zone d’ombra a ridosso delle mura del carcere», continua Spoto. E mentre sui gruppi Facebook c’è chi si chiede se il timore abbia riguardato un possibile utilizzo dell’elasticità delle fronde per entrare all’interno del penitenziario o, in direzione opposta, come appiglio per favorire le evasioni, la presidente di Multiservizi afferma che non è la prima volta che si effettuano «interventi di capitozzatura su richiesta anche di forze dell’ordine».

«Sul caso specifico il nostro auspicio è che la capitozzatura degli oleandri sia stata fatta con l’obiettivo di riportare la pianta a siepe, se così non fosse è certo che si sarebbe potuto sfoltire le fronde ma la verità è che spesso si interviene così pesantemente perché manca chi è che dovrebbe fare una manutenzione costante – commenta Stefano Silvestro, responsabile Verde di Legambiente Catania -. Segnalare i casi di interventi invasivi è sempre importante, perché non poche volte le tecniche con cui vengono operati non sono quelle più idonee, ma io credo che questi casi debbano servire soprattutto per rilanciare il tema delle aree verdi che a Catania mancano. Ci sono intere porzioni di territorio che potrebbero essere trasformati in spazi verdi da destinare alla fruizione pubblica, ma ciò non viene fatto. E questo nonostante – conclude Silvestro – la presenza di piante soddisfi non solo una questione estetica, ma serva a ridurre i rischi idrogeologici, migliorare la qualità della salute e contrastare la desertificazione».

Redazione

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