Piazza Europa, aprono parcheggio e negozi Virlinzi: «Vie giudiziarie se salta l’accordo»

Il supermercato è già aperto, così come la ludoteca. Gli altri negozi sono alle prese con gli ultimi preparativi mentre i giardinieri sistemano il verde e gli operai provano a levare la ruggine già comparsa sui tavoli in ferro con i disegni di scacchiera. Mancano poche ore all’inaugurazione ufficiale della nuova piazza Europa, con annesso parcheggio e attività commerciali al piano seminterrato. La società della famiglia Virlinzi che gestirà la struttura per 40 anni ha anche coniato un nuovo nome: Borghetto. «Noi ci abbiamo messo cuore, passione e voglia di fare le cose per bene, la città può adesso godere di uno spazio pensato con spirito di condivisione», spiega Lorena Virlinzi, amministratrice delegata della Parcheggio Europa, che risponde anche alle critiche dell’assessore Giuseppe Girlando. Quest’ultimo ha dichiarato a LiveSicilia che «il Comune non può farsi carico di risarcire l’impresa». «In questo caso – è la replica della Virlinzi – purtroppo dovremmo rivolgerci all’autorità giudiziaria per dare seguito all’accordo». Il botta e risposta verte sull’accordo bonario firmato tra la società Parcheggio Europa e l’amministrazione del sindaco uscente Raffaele Stancanelli, che prevede il risarcimento da parte del Comune di 7 milioni di euro in 23 anni ai Virlinzi a causa dei cinque anni di stop ai lavori, seguiti al sequestro della magistratura.

E’ questo uno degli aspetti su cui si concentrano le critiche del movimento Catania Bene Comune, presente stamattina in piazza Europa per distribuire volantini e informare i cittadini. «Le affermazioni dell’assessore Girlando aprono una speranza – spiega il leader Matteo Iannittiquest’accordo va rivisto. Un’amministrazione che dice di non avere soldi, consegna più di 25mila euro al mese ad una famiglia che non ne ha bisogno. Con quella somma ogni anno si potrebbero accettare 150 bambini negli asili a titolo gratuito». C’è poi l’aspetto architettonico della struttura: la piazza sul livello della strada copre 2300 metri quadrati, di cui 1400 di verde pensile, mentre sono 1500 i metri quadrati destinati ad attività al coperto. Il parcheggio dispone di 397 posti auto. Infine la terrazza sul mare da 800 metri quadrati che verrà inaugurata pomeriggio, raggiungibile attraversando la strada, dove tuttavia non sono ancora state segnate neanche le strisce pedonali. «La piazza deve essere una piazza, invece qui hanno fatto un grosso buco in mezzo», sottolinea Iannitti. La pensa allo stesso modo Diego Varese, un giovane papà che passeggia con il figlio sulla terrazza che si affaccia sul mare. «Questa è la parte migliore, ma mi sembra un contentino per poter realizzare il centro commerciale – commenta – è indecente che nella stessa piazza ci sia una parte sistemata perché affidata ai privati e l’altra metà lasciata abbandonata». Proprio nello spazio alle spalle della torretta, infatti, tutto è uguale a prima: rifiuti nelle aiuole, pavimentazione sconnessa o saltata, blocchi di plastica al posto dei tombini.

«Noi – rivendica con orgoglio Virlinzi – consegniamo alla città un luogo di aggregazione, una piazza su due livelli: concederemo a titolo gratuito una grande sala da 200 metri quadrati a qualunque associazione voglia svolgere attività, incontri di valore etico, sulla salute e il biologico ad esempio. Si chiamerà Agorà». Torna quindi sulle riserve espresse dall’amministrazione comunale. «E’ normale: la vecchia giunta è entrata nel merito ed è stata costretta a subire l’accordo bonario che sicuramente vede il Comune come ente perdente. Non è semplice, per chi viene dopo, accogliere un momento di sconfitta. Prendiamo atto della posizione dell’amministrazione e, se sarà il caso, ci rivolgeremo all’autorità giudiziaria». L’amministratrice delegata, tuttavia, sottolinea che il sindaco Bianco si è detto «contento del carattere etico dell’iniziativa».

Posizione che Catania Bene Comune non condivide. «Sarebbe etico se se si mettessero servizi sociali, scuole, asili anziché un supermecato carissimo e un negozio di bici elettriche – commenta Iannitti – Andrebbe seguito il metodo della gestione partecipata dell’urbanistica, invece in questo caso nessuno ha chiesto ai cittadini cosa volessero. La cosa assurda è che per usufruire di uno spazio che prima era pubblico, bisognerà avere un permesso della famiglia Virlinzi. E’ una malattia a cui ci stiamo abituando». Ma ancora una volta Virilinzi rigetta le accuse, spostando l’obiettivo delle critiche. «C’era un bando che prevedeva l’aspetto commerciale. Chi non è d’accordo dovrebbe prendersela con la scelta dell’amministrazione Scapagnini, ma sono passati ormai dieci anni. Credo che sia meglio pensare a come usare per la città una cosa che alla fine è stata realizzata e che anche la magistratura ha riconosciuto come legittima».

Salvo Catalano

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