Momenti di tensione,
cinque autobus incolonnati sotto agli Archi della Marina e una cittadina – accompagnata da un paio di altre persone – che impedisce al primo della fila di proseguire. È durata poco più di mezz’ora la protesta della catanese che attendeva l’autobus in piazza Borsellino (ex piazza Alcalà) e che si è vista impedire l’accesso a un mezzo della linea 530 che dal capolinea del centro città porta a Picanello. «Tutti i giorni aspettiamo gli autobus dalle due ore alle due ore e mezza, minimo – grida la donna – Oggi mi sono stancata. Arrivo qua e mi dicono che la linea è stata abolita perché l’autobus è guasto». Cioè con un sistema di aria condizionata non funzionante.
«Come ogni estate, anche quest’anno la
situazione drammatica si ripete», dichiara Giuseppe Cottone, sindacalista Fast Confsal. Quando l’aria condizionata è guasta, «il microclima che si crea all’interno delle vetture non garantisce la sicurezza né degli autisti né dei cittadini – spiega Cottone – Ovviamente non lo dice l’azienda, lo dice l’Asp. L‘Amt poi si è adeguata: quando fuori fa così caldo, nelle ore critiche della giornata se il condizionatore non funziona il bus resta fermo». Oggi, dichiara il sindacalista, sono state soppresse le linee 522 (da piazza Borsellino a Monte Po-Nesima), 538 (piazza Borsellino-Vaccarizzo), 503 (San Cristoforo-Civita), 1-4 (Stazione centrale-piazza Borgo) e 726 (piazza Borsa-San Giovanni Galermo.
«
Credo che oggi non siano usciti più di trenta autobus – conclude Cottone – Questo non è certo un servizio degno di una città metropolitana. La qualità che offriamo ai cittadini è da terzo mondo. Finché non si acquistano nuovi mezzi e non si mettono su strada, i catanesi non potranno avere un servizio dignitoso». Il risultato è che dopo ore di attesa alle fermate la tensione esplode. Come quella della cittadina che ha guidato la protesta di oggi. Sebbene aiutata solo in parte dalle altre persone alla fermata. «Solo in due sono stati dalla mia parte – dice la donna – Gli altri mi dicevano di spostarmi perché dovevano andare a casa o dovevano andare a lavorare. Ma i nostri diritti dove sono?».
Intorno alle
14 in piazza Borsellino arriva una pattuglia dei carabinieri. Si vocifera che la donna possa essere denunciata per interruzione di pubblico servizio, ma in realtà non accade niente del genere. «Mentre io aspetto ore e ore di potermene tornare a casa, vedo passare qua davanti quattro D. Perché a Catania esistono soltanto le persone che se ne vanno al mare, giusto?», si lamenta ancora la cittadina. «Hanno ragione – dice un dipendente Amt che preferisce rimanere anonimo – Saranno una novantina gli autobus fermi per guasti vari. Lavorare così è impossibile. Se le vetture non sono in condizioni di camminare, le dobbiamo mettere di lato».
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