Piazza Bellini pedonale, il Comune promette controlli Legambiente: «Serve il piano di mobilità sostenibile»

«Un piccolo passo avanti, ma la strada resta in salita perché le strategie per una città come Catania devono essere altre». Più che delusione, trapela realismo dalle parole di Annamaria Pace, architetta e vicepresidente di Legambiente in città. Il tema è quello che ieri è stato salutato dal sindaco Salvo Pogliese come atto di innovazione: la pedonalizzazione dell’area che ruota attorno a piazza Vincenzo Bellini. Piazza Teatro Massimo, per i meno avvezzi alla toponomastica cittadina. L’amministrazione ha disposto la chiusura al traffico – a eccezione dei mezzi di soccorso e di quelli dei residenti che hanno posti auto privati – nelle vie Teatro Massimo (dal civico 23), Michele Rapisardi, Maria Callas, Giuseppe Perrotta, Leonardi, Landolina, e poi da via Maria Callas a via Pulvirenti e da piazza Vincenzo Bellini a via Valle.

L’area, da diversi anni, ospita una zona a traffico limitato, la cui esistenza però si è spesso manifestata soltanto nella segnaletica verticale e nella presenza di telecamere mai entrate in funzione. Adesso, il divieto di accedere con auto e mezzi a due ruote sarà in vigore a ogni ora del giorno. «Questa è un’area tra le più belle di Catania ma che, per tanto tempo, è stata dimenticata – spiega Pace a MeridioNews – Non si contano i casi di infrazione. Adesso hanno messo questi grossi vasi. La speranza è che vengano presidiati questi varchi, perché altrimenti il rischio è di trovarsi in poco tempo nella situazione di prima». D’altra parte, se con le auto è quasi impossibile passare, per gli scooter i nuovi arredi urbani non sarebbero un ostacolo. Anche per questo, ieri Pogliese ha lanciato un appello «al buon senso di automobilisti e cittadini, per preservare questi gioielli del nostro centro storico».

Tra le intenzioni dell’amministrazione c’è quella di installare una colonnina elettrica in via San Giuliano da abbassare in casi di emergenza. «Per il momento, quel varco sarà libero, ma verrà presidiato dal corpo di polizia municipale – spiega a MeridioNews l’assessore alla Mobilità Pippo Arcidiacono – Più in generale, è nostra intenzione rafforzare i controlli in tutti i punti di accesso all’area pedonale, almeno per i primi tempi».

Nell’attesa di capire come reagiranno i cittadini, in particolar modo quando verranno meno le limitazioni alla circolazione in città attualmente in vigore in chiave anti-Covid, chi ha a cuore la mobilità sostenibile non può fare a meno di far notare che gli interventi da fare sono ancora molti. «Una concezione delle aree pedonali a macchie di leopardo non può dare tanti risultati, anche per la difficoltà di garantire un controllo costante – commenta Pace – Il vero cambiamento potrà avvenire soltanto quando questa città si sarà dotata di un piano urbano della mobilità sostenibile (Pums)». Catania, tra le grandi città, è una di quelle più indietro: la gara per la progettazione del Pums, indetta dalla Città metropolitana nella primavera dello scorso anno, dopo qualche mese era stata aggiudicata. Un ricorso al Tar, presentato e vinto dai professionisti arrivati secondi in graduatoria, ha però di fatto azzerato tutto. «Si tratta di uno strumento fondamentale per dare una visione organica alla mobilità in una città come Catania. Senza quello, possiamo parlare soltanto di piccoli accorgimenti».

Simone Olivelli

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